Guerra civile sul pianerottolo (per ora)

 

Guerra civile sul pianerottolo (per ora)

Sbagli, amico mio, a credere, che uno scontro di civiltà sprigioni le terribili risonanze della battaglia di Lepanto o che debba per forza concludersi coi dolci versi di Catullo sommersi dagli ululati dei Goti.

L’urto può avvenire sul pianerottolo di un qualsiasi condominio, dove s’incrociano il sig. Rossi e il sig. Neri che aspettano l’ascensore. Uno vota PD o M5S. L’altro, magari, non vota affatto, stanco di partecipare alle inutili liturgie del voto. Bene. Si puo’ essere assolutamente sicuri che, mentre uno ha bestemmiato, nel guardare il video dei balletti bianchi in una caserma della Marina, l’altro ha sorriso.

Due calotte cointrapposte dello stesso mondo, ma anche la prova inconfutabile del fatto che le elite, appoggiandosi al PD e ai loro antenati di qualche anno fa, sono riuscite a penetrare, come polvere sottile, negli interstizi della civiltà occidentate, della quale fa(ceva) parte anche quella di Centocelle, e del circolo bocciofilo di Bergamo Alta, e l’hanno infettata.

Ora, amico mio, puoi credere che il sig. Neri, quegli che ha bestemmiato, sia anche disposto, non diversamente dal sig. Rossi, ad accettare che la distinzione tra maschio e femmina, tra padre e madre, dipenda da una scelta individuale  e che l’equivoco, scivolando, con un rovinoso effetto domino, verso il presepe – che é il simbolo di un’inviolabile triangolazione biologica, prima ancora che della Cristianità – lo distrugga facendo crollare gli archetipi della nostra stessa storia in saecoula saecolorum?

 Puoi prendere in considerazione l’idea che il sig. Rossi disapprovi l’operato del Governo, denunciandolo per la sua connivenza coi nuovi barbari, armati di smartphone, di virus e cagnolino, e solidarizzi col sig. Neri quando questi fa notare che ‘magistratura democratica’  é un ossimoro, un corto circuito, una contraddizione in termini, e che, quindi, Palamara non é figlio di ignoti?

Magistratura e Forze Armate, come due cocomeri sfranti. L’infeudamento delle FF.AA alle sinistre mondialiste ha richiesto alcuni anni, ma é ormai cosa fatta. Altro che balletti bianchi al ritmo di ‘Jerusalema’. L’album delle fotografie parla chiaro. La Trenta – poveraccia – che passa in rassegna un plotone di soldati portandosi dietro la borsa della spesa, già piena. La Boldrini che si contrae, tutta, dalla testa ai piedi, in una smorfia di disgusto al passaggio della ‘Folgore’, mentre brilla come la stella Alfa della costellazione di Orione quando sotto di lei, in occasione della festa della Repubblica, sfilano le crocerossine – una più carina dell’altra – e una rappresentanza degli operatori ecologici, ciascuno con una grande scopa tricolore a spall’arm.

Se c’é bisogno di figurine che si muovono e s’incrociano su di una superficie bianca per rappresentare l’eclisse  delle nostre  Forze Armate, o magari di qualcosa che si presti ad una riflessione più elaborata, ecco il contingente italiano dell’UNIFIL ( 2000 uomini) abbandonato nel deserto dei Tartari a centinaia di chilometri delle nostre frontiere, che qualcuno ha lasciato lì, indifese, indistinte, le gambe spalancate come quelle di una grande troia, a disposizione di tutti.

Ed ecco il film ‘Mediterraneo’ di Salvatores, che fà  del facile lirismo ad ogni singola inquadratura. Un piccolo drappello di cagasotto é  rimasto tagliato  fuori su di un’isola greca durante la seconda guerra mondiale, e ne approfitta, fraternizzando con la popolazione locale,  per inneggiare alla pace. Il solito ritornello degli Italiani ‘brava gente’, i soliti suonatori di mandolino, l’iniezione intramuscolo di un vaccino che alla lunga ti cambia dentro, da così a così.

Il sig. Neri e il sig. Rossi s’incontrano di tanto in tanto sul pianerottolo, ma più spesso succede che Neri utilizzi lo spioncino per verificare che Rossi se ne sia già andato. Non vuole incontrarlo. Non vanno d’accordo su niente, e a lui dà molto fastidio essere barsagliato dal taser ideologico – fascista!’ – quando l’altro é a corto di argomenti per controbattere. Fascista é una pallottola arricchita, é la porticina sul retro che si imbocca  di corsa per sfuggire al confronto,  é la parola magica con cui togli al tuo interlocutore la ragione che si é guadagnato dicendo che la magistratura l’é morta, che le Forze Armate sono ormai diventate un’appendice  della Croce Rossa Internazionale, che la Scuola é un allevamento di teste vuote e di cuori spenti.

Proprio ieri l’altro Rossi e Neri si sono  incrociati sul pianerottolo. Per sbaglio. Rossi  ha parlato succintamente del figlio,  che a scuola é un fenomeno: una scuola dove tutto é gioco, dove tutti sono promossi con dei giudizi, che neppure Leonardo e Galilei messi insieme. Una scuola dove il preside – mosca bianca – é anche un dirigente della CGIL: ed é già questa una spiegazione.

Rossi e Neri evitano di parlarsi. Sono come il fante e il cavallo, ritratti nelle due metà delle carte Modiano: vedono il mondo a rovescio, l’uno rispetto all’altro. Il pianerottolo é il set potenziale di uno scontro di civiltà e di una guerra civile in formato mignon. Ma di Rossi e di Neri é pieno il Paese. E il Paese non é un pianerottolo.

Torna in alto