Gli USA provocano la guerra per i loro interessi egemonici

Le dichiarazioni sempre più bellicose del presidente Biden e dei componenti della sua amministrazione (le ultime in Asia) dimostrano che gli Stati Uniti hanno pianificato una guerra a tutto campo contro Russia e Cina.

L'Ucraina, pompata di armi e di istruttori della NATO già da otto anni, come ammesso dallo stesso segretario alla difesa USA, è solo la prima tappa di questa guerra, la seconda sarà Taiwan e quindi la Cina.

Pechino ha già avvertito: «stanno giocando con il fuoco usando la carta Taiwan per contenere la Cina e ne resteranno bruciati».

Naturalmente tale guerra contro le due super potenze viene ammantata sotto la coperta retorica della "democrazia, libertà e lotta contro le autocrazie" una specialità della propaganda USA che viene usata per coprire gli interessi egemonici di Washington.

La Russia, con la sua offensiva sull'Ucraina, ha reagito per tempo ed ha preso l'iniziativa per rompere l'assedio degli USA e smilitarizzare l’Ucraina, divenuta di fatto una piattaforma attrezzata dalla NATO contro la Russia.

Il presidente Putin ha fatto capire che il tempo è scaduto e la Russia ha preso atto della minaccia contro il proprio territorio e si è mossa militarmente per neutralizzare le forze ostili Ucraine e NATO alla sua frontiera e proteggere le popolazioni russofone del Donbass minacciate di sterminio.

Le fondamenta della guerra non sono soltanto geopolitiche e militari ma investono anche l'aspetto ideologico e valoriale che contrappone l'occidente al mondo russo.

L'Occidente (a guida USA) oggi pretende di imporre all’umanità i suoi valori, la sua esperienza storica, i suoi codici culturali come qualcosa che tutti dovrebbero accettare a pena di essere emarginati, esclusi dal mondo economico e consumistico globale basato sulle regole create da Washington.

E in questo mondo o, in questa immagine che l'Occidente sta costruendo, non c'è posto per i paesi che non si sottomettono alle regole ed alle direttive imposte da Washington. Così attualmente non c'è posto per lo stato russo come stato che unisce in una unica identità culturale e politica molti popoli, culture, lingue, tradizioni, non c'è posto per la civiltà russa come una sorta di fenomeno sovraetnico basato su una cultura altamente differenziata e sulle proprie immagini filosofiche di civiltà indipendenti.

La Russia non è ammessa in questo mondo occidentale e l'Occidente ha costantemente, per molti secoli, condotto una guerra di civiltà contro la civiltà russa, con la Russia e con il popolo russo come portatore di questi codici culturali e di civiltà.  Gli anglosassoni vorrebbero distruggere fisicamente, culturalmente e mentalmente la Russia, imponendo le loro immagini, i loro pseudo valori e le loro regole.

L'obiettivo degli anglosassoni è quello di rescindere ogni legame della Russia con l'Europa, isolare la Russia, logorarla con una guerra senza fine e al tempo stesso aumentare la loro presa sull'Europa, indebolendo la Germania e rendendo i paesi europei sempre più subordinati e dipendenti da Washington.

I fiduciari di Washington in Europa, da Draghi a Borrel, la Ursula von der Leyen e Shulz, sono al lavoro per questo progetto americano, una trappola per la Russia e per l'Europa.

Questo trattamento, la guerra su procura, oggi è destinato alla Russia che ha osato sfidare l'ordine occidentale ma un domani sarà riservato a qualsiasi altro paese che voglia rimanere sovrano e non accetti le regole dettate dall'Occidente, come già avvenuto per la Siria, per l'Iran, per Cuba e per altri paesi.

Questa sfida denota lo scontro di civiltà che è divenuto oggi attuale e che è destinato a investire molti altri paesi che rifiuteranno di sottoporsi alle regole stabilite dagli anglosassoni, come già si prospetta per l'India, per l'Indonesia, come per vari paesi dell'America Latina e per quelli dell'Africa.

Tuttavia gli strateghi di Washington e Londra non hanno calcolato che il globalismo liberale imposto dagli egemoni oggi inizia a franare da ogni parte e l'illusione di un Nuovo Ordine mondiale dominato da Washington e Londra si scontra con la realtà di un mondo variegato e multipolare che non accetta più la dominazione neocoloniale e lo sfruttamento delle multinazionali.

Questo renderà difficile la realizzazione del progetto anglo USA e potrebbe riservare una amara sorpresa per coloro che lo hanno predisposto confidando nell'assuefazione del mondo e nella rassegnazione dei popoli. La prossima fase potrebbe vedere un risveglio ed una serie di rivolte.

 

Immagine: https://www.ispionline.it/


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

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Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

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