Si prospetta un ordine post occidentale

I fallimenti delle politiche di Washington stanno sospingendo i grandi paesi emergenti a trovare un proprio percorso che non sia più legato alla subordinazione verso l'egemonia politica e culturale americana.

Come hanno scritto alcuni dei maggiori analisti, nessuno oggi può fidarsi della superpotenza americana che ha dimostrato di svolgere un ruolo distruttivo in qualunque parte del mondo sia intervenuta.

Piuttosto molti paesi, dal Medio Oriente all'Africa, si rivolgono alla Federazione Russa che ha dimostrato di essere un potere che tende alla stabilizzazione e che riesce a dialogare con tutte le nazioni.

Attualmente, alcuni grandi paesi stanno mettendo da parte il dollaro e utilizzano altre valute, il che dimostra che gli Stati Uniti sono vittime del loro stesso unilateralismo. In contrasto con la politica statunitense, si sta facendo largo nel mondo il concetto di multilateralismo.

Stiamo iniziando a vivere in quello che si può definire un mondo post-occidentale, in cui ogni paese deve svolgere un suo ruolo e la sovranità deve essere rispettata anche se il suo sistema politico non è conforme alle potenze dominanti. Il vecchio pretesto di intervento degli USA e dei suoi alleati, quello della "tutela dei diritti umani", non regge più, considerati i massacri di popolazioni civili di cui si sono resi responsabili.

L’emanazione di sanzioni unilaterali da parte di Washington contro alcuni paesi, è un fenomeno che ha danneggiato le relazioni internazionali e prodotto conseguenze importanti come la perdita della fiducia nel modello americano.

La dominazione anglo USA sul mondo da decenni è stata basata su un modello economico e culturale impostato sul consumismo, sulla preminenza del mercato, su una visione individualista e materialista della società, collegata con i miti dell'arricchimento personale e del successo. Anche questo è un mito che ha perso la sua efficacia assieme al sistema liberista occidentale che ha consentito l'arricchimento spropositato di una élite economica a scapito di grandi masse sfruttate.

Con l'arrivo di Trump alla Casa Bianca, nel gennaio 2017, Washington ha aumentato in modo significativo le sue politiche di pressione.

Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, aveva segnalato da tempo che l'imposizione di nuove sanzioni e dazi da parte USA contro determinati paesi, tende ad impedire la formazione di un nuovo Ordine Mondiale. 

Dopo la lunga epoca del dominio occidentale non è facile adattarsi alle nuove realtà che stanno arrivando, ai nuovi centri di forza economica, finanziaria e politica che potranno essere ubicati in Cina, in India o in Brasile. Anche altri paesi, per risorse e posizioni geopolitiche, giocheranno un ruolo fondamentale.

Di certo la Russia si avvantaggia di questo processo perché dispone di una sua sfera di influenza allargata, con il prestigio guadagnato dalla sua capacità di imporsi a difesa dei suoi alleati e dei suoi interessi geopolitici. Le decisioni di Mosca, a differenza di quelle di Washington, sono state sempre basate sul diritto internazionale.

In ogni caso si può prevedere che non è la Russia che guiderà il nuovo ordine mondiale ma il processo sarà di carattere storico e nessun paese, per quanto grande e possente, sarà in grado di fermarlo.

L'Amministrazione degli Stati Uniti ha dimostrato di non avere rispetto di tutti gli accordi internazionali sottoscritti e, di fatto, ha calpestato il diritto internazionale, con la pretesa di imporre la sua giurisdizione a tutto il mondo.  Allo stesso tempo, Washington si è trasformata in un potere centrale per le politiche di coercizione e l'imposizione di sanzioni e tariffe arbitrarie contro diversi paesi del mondo.

Non è un caso che la Russia e la Cina, i principali competitor degli USA, insistono sul fatto che la politica estera dell'amministrazione americana rappresenta una grave minaccia per la pace e la stabilità internazionali.

Tutto questo rappresenta un cambiamento essenziale nell'assetto del mondo e la prospettiva di sviluppo e di futuro dovrà essere vista da puti di vista ben diversi da quelli che imponeva la visione americano centrica.


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

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Comandante

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