La prospettiva dell'Eurasia nei piani strategici della Russia di Putin

La svolta della Russia di Putin, nella sua strategia di consolidamento di un asse euroasiatico, si è manifestata con evidenza negli ultimi anni ed ha trovato il suo clou nell'ultimo vertice fra Vladimir Putin ed il premier nazionalista indiano Modi.

Il Primo Ministro Narendra Modi è stato infatti l’invitato speciale del presidente russo Vladimir Putin all’Eastern Economic Forum (EEF) a Vladivostok, che si è svolto nei giorni scorsi e costituisce un passo fondamentale per stabilire un mondo multipolare con l’India e la Cina come nucleo dei paesi partner di Mosca.

Questa visione geopolitica innovativa risulta ancora più evidente nel consolidamento e sviluppo delle relazioni della Russia con la Cina.

Da un lato, come ha ripetutamente sottolineato il presidente Putin, le relazioni della Russia con la Cina non sono mai state migliori. La loro partnership strategica si è approfondita. I due paesi coordinano le loro posizioni sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I contatti con la difesa sono cresciuti in modo particolarmente solido, ancorati alle vendite di armi russe alla Cina e ad esercitazioni congiunte sempre più estese nell'Asia orientale e nel Pacifico occidentale e oltre. L'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, guidata da Cina e Russia, è diventata un forum importante per la discussione di questioni regionali, in particolare con la recente aggiunta di India e Pakistan. La Cina è diventata il principale partner commerciale della Russia, con scambi bilaterali superiori a $ 100 miliardi nel 2018.

D'altra parte, è anche vero che rimangono importanti questioni sul futuro delle relazioni della Russia con la Cina. La più ovvia è la grande disparità di dimensioni e potenzialità economiche. Il PIL cinese è circa 6-8 volte maggiore di quello russo e il tasso di crescita della Cina supera di gran lunga quello russo. Tuttavia Pechino si trova nella necessità di incrementare la sua cooperazione con la Russia ed altri paesi, come l'Iran e la Turchia, per il fatto che deve sottrarsi quanto più possibile alla dipendenza commerciale con gli USA, vista la guerra dei dazi e delle sanzioni inaugurata dall'Amministrazione Trump.

Gli investimenti diretti cinesi in Russia sono concentrati nel settore energetico e rappresentano solo una minima parte degli investimenti diretti mondiali in Cina, che ammontava a $ 120 miliardi nel 2017. In breve, commercialmente la Russia è molto più dipendente dalla Cina di quanto lo sia quest'ultima nei confronti della Russia. Proprio come la Russia ha fatto una svolta in Oriente per ridurre la sua eccessiva dipendenza commerciale dall'Europa, ora Mosca deve prendere provvedimenti per assicurarsi di non diventare troppo dipendente dalla Cina in Oriente. Questo significa che Mosca, mentre diversifica i suoi partner commerciali in Oriente, dovrebbe normalizzare le relazioni con gli stati europei.

La Russia ha tratto enormi vantaggi strategici dal suo approfondimento delle relazioni con la Cina. Nel contempo deve evitare di fare troppo affidamento sulla Cina in materia geopolitica. Mosca dovrebbe mirare a mantenere la sua autonomia strategica.

Attualmente si prospettano due sfide più ampie che Mosca dovrebbe tenere a mente mentre si volta verso l’est.

In primo luogo, il futuro economico dell'Estremo Oriente russo risiede nell'integrazione nella zona economica del Nord-est asiatico. Questo solleva la questione se l'orientamento economico alla fine determinerà la lealtà politica. In altre parole, la Russia dovrà garantire la sua presenza a lungo termine nelle sue province dell'Estremo Oriente. A dire il vero, la separazione dell'Estremo Oriente russo non è un pericolo imminente, ma ora si dovrebbe pensare a questo problema per prevenire l'emergere di tale pericolo a lungo termine.

In secondo luogo, la Russia dovrà coordinare assieme alla Cina e all'India una politica omogenea di pluripolarità, evitando che possa emergere un sistema di due blocchi geopolitici nella regione, uno marittimo incentrato sugli Stati Uniti, uno continentale sulla Cina. Questo sviluppo solleverebbe una grave minaccia alla pace e alla sicurezza. La stabilità a lungo termine avverrà attraverso la flessibilità.

Mentre la Russia prosegue verso est, deve alimentare una varietà di relazioni positive che le daranno la possibilità di manovrare per ridurre il rischio di conflitti devastanti promuovendo i propri interessi geopolitici. Putin ha dimostrato di comprendere quali possono essere i limiti della sua azione e le insidie che si presenteranno lungo il percorso.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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