Se si ama la propria terra, se amiamo l’Italia, non possiamo prescindere dal vederla e volerla unita in una grande Europa: un’Europa politica che, da Brest a Vladivostok, possa diventare, con le sue risorse e le sue capacità umane, la reale alternativa alla finanza apolide che ci sta dominando, con la sua storia e la sua cultura, un faro di civiltà per il mondo intero e un freno insormontabile per gli imperialismi, quello decadente americano e quello emergente cinese.
Di Adriano Tilgher
Uno fra tanti, uno dei trentamila marò
Ormai Franco passa dal letto alla poltrona. Il bastone non è più sufficiente a reggere il corpo a cui le gambe non danno più sostegno. E non consola dirsi che, classe 1924, fra poco compie novanta quattro anni. Una età di tutto rispetto, soprattutto rispetto verso l’esistenza che può raccontare e, lucido e ostinato, raccontare solo ciò che intende raccontare... perché, da narratore sanguigno e verace, conosce il coabitare del vissuto con quanto appartiene di diritto al verosimile che dona al romanzo quella ossatura solida ed efficace. Con sorriso ironico e disarmante mi interrompe e devia e domina la conversazione ogni volta che provo ad incalzarlo. La X Mas, nel btg. Lupo, l’agguato vile nella notte a Milano per sottrargli, invano, la pistola, la resa alle porte di Padova, la prigionia in Algeria nel 211 P.O.W. a Cap Matifou. E già vi sarebbe tanto e ben oltre da scrivere. Solo che è l’inizio di un cuore avventuroso. Accontentiamoci, intanto, di tracciarne percorso e tappe. Poi, poi vedremo...