La scuola di formazione politica
di Adriano Tilgher
La scuola di formazione politica deve dare prima di tutto uno stile, un modo di comportamento perché chi fa politica deve diventare riferimento per tutti coloro che lo seguono. Questo si può fare solo se si ha consapevolezza della responsabilità cui si tende. I politici prima di addentrarsi nelle vicende politiche vere e proprie devono sapere che ogni loro gesto nella vita pubblica ed ancor più nella vita privata può diventare riferimento e può danneggiare in modo significativo tutto il popolo di cui si dice responsabile o delegato.
Ho scritto, ormai quindici anni fa, un breve ricordo di Domenico (Mimmo) Pilolli, che di mattina di un giorno qualunque, illuso di superare il principio di gravità, quel peso che pesa e tende verso il basso, spiccò il volo oltre il davanzale della finestra, sesto o settimo piano di un palazzone del quartiere africano, là dove scorre l’Aniene. Forse – e io ne sono convinto – anch’egli credeva essere le nostre scapole ali rattrappite chè tali divennero quando fummo dimentichi di essere eredi e d’aquile e falchi oppure di semplici pettirossi o solitari passeri, di cui poetò il gobbo di Recanati.
di Adriano Tilgher
Io non sono un’economista, né uno studioso di tali cose, ma la grave crisi economica e il drammatico sistema di potere liberista ci costringe ad occuparci di questi temi ormai fondamentali soprattutto perché ne sono stati rivoltati i cardini essenziali.
Uno dei pilastri del potere è la moneta.
Ancora da insegnante condivisi per due o tre anni le medesime classi con il professore di matematica Auconi (non ricordo il nome). Era uomo discreto, poco propenso a socializzare con i colleghi, forse burbero con gli alunni più come una sorta di autodifesa che per carattere. Gli chiesi, avendo risposta affermativa, se fosse il figlio del capitano di corvetta Walter Auconi, al comando del sommergibile Cappellini durante la seconda guerra mondiale.