Un Gentiloni come Churchill con la scusa della guerra in Siria

Veti incrociati e finte convergenze hanno sbarrato la strada a qualsiasi intesa parlamentare sull'eventuale governo. Situazione che rinforza i vari esponenti dell'esecutivo ancora in carica, e permette al presidente della Repubblica di puntare  sul “premierato tecnico”.

Così lo stallo, che impedisce la nascita d'un nuovo governo, favorisce la strada dell'esponente “autorevole gradito ai poteri europei”. Percorso gradito all'Ue, alla Troika ed alla Bce. Il Presidente della Repubblica può anche usare la scusa che “un governo tecnico e gradito all'Ue servirebbe all'Italia per affrontare con autorevolezza il ruolo di mediazione internazionale per la cresciuta tensione fra Stati Uniti e Russia”.

In base alla Costituzione, Mattarella ha il comando delle Forze armate ed ha facoltà d'usare certe giustificazioni nei momenti di crisi internazionale. Va detto che, a livello europeo, fanno affidamento sull'esecutivo dimissionario di Gentiloni, reputando non gradita la sostituzione dello stesso con un governo a guida Di Maio. Silvio Berlusconi ha tentato di farsi riferimento, asserendo che serve un governo autorevole con il centro-destra come perno. Ma questa dichiarazione ha favorito il gelo tra Forza Italia e i 5 Stelle, ed ha permesso a Salvini di chiedere il voto anticipato come unica alternativa possibile: perché il braccio di ferro tra Berlusconi e Di Maio non permette che s'insedi alcun governo. Uno stallo che permette all'Ue d'entrare a gamba dritta nella politica italiana per chiedere il governo Pd-5 Stelle o un “governo tecnico”.

Comunque è da scartare che, senza pace tra i partiti, Mattarella dia un pre incarico a Salvini o a Di Maio: come da vecchia logica, chi chiede l'incarico non l'ottiene, ed anzi si mette fuori dai giochi. E l'idea di dare incarichi esplorativi ad Elisabetta Casellati (FI) e Roberto Fico (5 Stelle) sarebbe servito proprio per bruciare entrambe le candidature. Il tutto sarebbe finalizzato a far giungere gradatamente sulla testa degli italiani un governo guidato da una figura terza, gradita a Pd, Mattarella, Ue ed alta dirigenza di stato (a quest'ultima non piacciono né Di Maio né Salvini).

Di fatto la situazione internazionale è una comoda foglia di fico per chi vorrebbe per l'ennesima volta un governo gradito ai “poteri forti”. Paradossalmente questa linea poco rispettosa della volontà popolare piace proprio al guru (gureggione) Adriano Celentano, che ha chiesto con una lettera aperta (pubblicata dal Fatto) l'intesa 5 Stelle-Pd. Linea caldeggiata anche dal ministro Dario Franceschini e da tutto il governo uscente. Al punto che qualche furbo vorrebbe vestire Gentiloni da Churchill, prorogandogli d'imperio l'incarico finché non scoppi la pace (quella gradita ad Usa e Francia) in Siria.


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (1895 -1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’"era dell’Uomo", pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, ed un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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