Renzi e Calenda, due macchiette destinate al tracollo europeo

Non sanno più cosa fare, non sanno più cosa inventare, per ricavarsi un po' di spazio, per guadagnare un titolo su un giornale o a un tg: Matteo Renzi e Carlo Calenda, alla fine, hanno deciso che la federazione tra i loro partiti(ni) non si farà più e, dunque, alle Europee del 2024 correranno da soli. O, meglio, con altri alleati, perché da soli sarebbero praticamente certi di non entrare al Parlamento Europeo.

Se Calenda e la sua Azione partono, comunque, da una base che i sondaggi indicano più solida (3/4 per cento), si fa per dire, Italia Viva, "forte" dell'antipatia che Renzi si è guadagnato tra gli italiani, non è mai accreditata di un risultato superiore al 2 per cento.

Così, il Matteo fiorentino, nei giorni scorsi, ha pensato bene di lanciare l'idea del secolo: alle prossime Europee raccoglierà tutti i moderati sotto un nuovo simbolo, che campeggerà al fianco del nome "Il Centro". In Italia - ha spiegato in sintesi Renzi - c'è voglia di centro e questo raggruppamento è ciò che chiedono gli Italiani. E lui correrà personalmente, per dare forza al progetto. Al quale, però, non aderiranno, a meno di sorprese, quei partiti, ben più cospicui numericamente, che già rappresentano buona parte dei moderati italiani.

Renzi - che come molti politici vive in un mondo che non esiste per i comuni cittadini, un mondo nel quale, magari, si guadagnano milioni di euro, presenziando a conferenze in Arabia Saudita, anziché svolgere il ruolo di parlamentare, per il quale si è profumatamente pagati dallo Stato italiano - gioca anche questa carta, per rilanciare - stavolta in Europa - la sua carriera politica, che, dopo la presidenza del Consiglio, ha imboccato una discesa che sembra inarrestabile.

Davvero l'ex Rottamatore crede che ci siano ancora cittadini disposti a dare fiducia a lui o ai suoi amici? Davvero Renzi ritiene che basti un nome (Il Centro, appunto), per fermare l'onda lunga della Destra meloniana, pronta a fare il pieno di voti anche alle Europee?

Il ragazzo non è stupido e, quindi, dovrebbe aver capito che aria tira. Ma lui proprio non ci sta a vestire il ruolo del comprimario e, allora, eccolo estrarre dal cilindro questo raggruppamento, destinato, a nostro modesto giudizio, a rappresentare la pietra tombale sulle aspirazioni renziane.

Lui, però, ci crede e ci spera, così come Carlo Calenda pensa di poter replicare alle Europee l'ottimo risultato ottenuto due anni fa nella Capitale, alle elezioni per sindaco e Consiglio comunale.

Matteo e Carlo, negli ultimi mesi, hanno dato vita a un teatrino comico: prima sposi, poi marito e moglie litigiosi, arrivati infine, insultandosi, al divorzio. L'uno accusa l'altro e giornalini e giornaloni sono pieni di racconti, rivelazioni e retroscena su questo amore finito male. 

Del resto, due primi attori, come Renzi e Calenda, tronfi e presuntuosi, erano destinati alle torte in faccia. Ora guardano alle Europee come all'ultima spiaggia. Ma saranno travolti dalle torte in faccia degli italiani: per Matteo e Carlo, ormai ridotti a due macchiette, quello del 2024 è un tracollo annunciato.


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

La situazione sta evolvendo in segno positivo. Se osserviamo con attenzione le cose che accadono attorno a noi, ci rendiamo conto di quanto sia falsa, inutile e depistante la presunta realtà che ci raccontano i media tutti (o quasi) e quanto si stia risvegliando il popolo italiano. Basta un po’ di spirito di osservazione. Iniziano ad essere tante le persone che si sentono in dovere di esprimere il proprio dissenso, a dare la giusta lettura degli eventi, a parlare con linguaggi che sembravano spenti, perduti. Strani simbolismi appaiono anche dalle stanze ufficiali. Cosa fino a ieri impensabile. Qualcosa sta cambiando.

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La Spina nel Fianco

 

Comandante

13 dicembre 1942, il motopeschereccio armato “Cefalo”, di stanza presso la base di "La Galite” in Tunisia, di ritorno da una incursione nel porto di “Bona”, in Algeria, viene attaccato da uno Spitfire inglese, Durante il mitragliamento, vengono colpiti a morte numerosi membri dell'equipaggio, fra cui in comandante. Qui finisce la vita terrena di Salvatore Todaro, pluridecorato Comandante della nostra marina Militare.

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