Giorgia sveglia: l'Europa ci affossa

Che tristezza, ci risiamo. Puntualmente, come ogni estate, il ministro dell’Economia - stavolta il leghista amico di banche e banchieri, Giancarlo Giorgetti - ci avvisa che la prossima legge di Bilancio non sarà rose e fiori per gli italiani, perché - grande novità - i soldi non ci sono e, dunque, le buone intenzioni del Governo (leggi promesse elettorali) non potranno trovare applicazione. E la premier, Giorgia Meloni, in occasione del primo Consiglio dei ministri dopo le vacanze, avvisa tutti i titolari di dicastero di non avanzare pretese folli, in vista della manovra economica: da spendere c’è pochissimo, quasi nulla

Cambiano i governi, dunque, ma la musica è sempre la stessa. Eppure, un anno fa, di questi tempi, in piena campagna elettorale, Meloni e Salvini urlavano al mondo che avrebbero invertito la rotta rispetto all’esecutivo Draghi, che se ne sarebbero infischiati dei diktat europei e che avrebbero fatto ripartire il Paese. Purtroppo, dieci mesi di Governo a guida Meloni ci hanno raccontato ben altro e le parole estive di Giorgetti, confermate e sottoscritte dalla stessa Meloni, ci fanno capire che il peggio deve ancora arrivare.

Qualcosina, a dire il vero, ce lo aveva già fatto intuire l’inamovibile Ruffini, capo supremo di quella sorta di Dracula istituzionale che è l'Agenzia delle Entrate, che Salvini e Meloni, sempre un anno fa, promettevano di disarmare o giù di lì. Ruffini ha preannunciato che a breve partiranno tre milioni di avvisi “bonari” (già, li definiscono “bonari”, ma se qualcuno di sogna di contestare un avviso si infila in un tritacarne senza fine), perché lo Stato ha bisogno di fare cassa.

C’è qualcosa che non va, avranno pensato i più, leggendo le parole di Ruffini: questo Governo aveva come obiettivo dichiarato l’agognata pace fiscale e ora, dopo una rottamazione beffa delle cartelle, che ha risolto pochissimi dei problemi che i cittadini hanno col Fisco, arriva una nuova mazzata per gli italiani da Agenzia delle Entrate. Possibile? Evidentemente sì, anche perché da Meloni e soprattutto da Salvini, che appena un mese fa aveva rilanciato, a chiacchiere, la necessità della pace fiscale, non è arrivata alcuna stroncatura al Ruffini-pensiero. Quindi Dracula farà ripartire la sua macchina infernale, col silenzio/assenso del Governo.

La situazione, insomma, per i cittadini continua a peggiorare: le tasse vengono abbassate di poco a pochi; i prezzi continuano a salire in modo folle, a partire dai carburanti, senza che Nostra Signora della Garbatella o il ministro competente, l’impalpabile Adolfo Urso, si degnino di intervenire; le cartelle fiscali, invece di essere azzerate o ridotte in modo consistente, come promesso, sono pronte a torturare nuovamente milioni di italiani.

Tutto questo, ovviamente, fa esultare i giornaloni, che sottolineano l’inadeguatezza del Governo meloniano, che viaggia improvvisando e non può mantenere le promesse. Il fatto è che, in realtà, l’esecutivo non ci prova proprio a rispettare gli impegni assunti con gli italiani, semplicemente per non dispiacere all’Europa, che continua a controllare i nostri conti e a dirci cosa possiamo e non possiamo fare.

Allora, la domanda sorge spontanea: ha capito, Giorgia nostra, che così andrà rapidamente a fondo, preda delle élite economico-finanziarie europee, che impediscono una vera ripresa del Paese? Se non lo ha compreso, si svegli e abbia un moto di orgoglio: si ribelli, in modo chiaro, ai 'no' di Bruxelles, metta Giorgetti in condizioni di non nuocere e faccia qualcosa di concreto per l'Italia. È questa l’unica strada, per quanto impervia, che può imboccare, per far risorgere il Paese.

 

Immagine: https://www.repubblica.it/


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

La situazione sta evolvendo in segno positivo. Se osserviamo con attenzione le cose che accadono attorno a noi, ci rendiamo conto di quanto sia falsa, inutile e depistante la presunta realtà che ci raccontano i media tutti (o quasi) e quanto si stia risvegliando il popolo italiano. Basta un po’ di spirito di osservazione. Iniziano ad essere tante le persone che si sentono in dovere di esprimere il proprio dissenso, a dare la giusta lettura degli eventi, a parlare con linguaggi che sembravano spenti, perduti. Strani simbolismi appaiono anche dalle stanze ufficiali. Cosa fino a ieri impensabile. Qualcosa sta cambiando.

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La Spina nel Fianco

 

Comandante

13 dicembre 1942, il motopeschereccio armato “Cefalo”, di stanza presso la base di "La Galite” in Tunisia, di ritorno da una incursione nel porto di “Bona”, in Algeria, viene attaccato da uno Spitfire inglese, Durante il mitragliamento, vengono colpiti a morte numerosi membri dell'equipaggio, fra cui in comandante. Qui finisce la vita terrena di Salvatore Todaro, pluridecorato Comandante della nostra marina Militare.

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