Rai, adesso serve una svolta netta

Parlano della crudeltà di “questa destra spietata, che fa politica sulla pelle dei poveri migranti”; attaccano il Governo Meloni, che “non ha alcuna pietà per essere umani che arrivano dall’inferno, da sofferenze atroci, colpevoli soltanto di essere nati nella parte sfortunata del mondo”; si danno ragione tra loro, facendosi forza l’un l’altro: “E’ proprio come hai detto tu, Roberto”, “Hai spiegato benissimo, Massimo”. Poi si alzano dallo studio tv, si dirigono chi verso l’auto blindata con tre o quattro poliziotti o carabinieri di scorta, chi verso il Suv da centomila euro, chi verso il mezzo aziendale con tanto di autista. E si ritrovano a cena in ristoranti da cento euro in su, dove, tra un bicchiere di barolo e un calice di prosecco, se la prendono “con questi cialtroni che hanno vinto le elezioni. Ma la gente come fa a votarli?”.

Facile indovinare di chi stiamo parlando: dei Saviano, dei Giannini, dei Damilano  e di tutti coloro che occupano militarmente le trasmissioni della Rai, per attaccare frontalmente il neonato Governo e chiunque voti a destra. Il pulpito preferito di questi signori, si fa per dire, è quel marchettificio milionario condotto da Fabio Fazio, in onda la domenica in prima serata. Lì c’è il peggio del peggio: non solo buonisti da salotto, della prima e della seconda ora, ma anche pseudoscienziati, come Roberto Burioni, paladino dei vaccini, anche quelli che non sono mai testati e che, è dimostrato, non servono a nulla. Importante è vaccinarsi, parola di Burioni. “Se siamo qui oggi – sentenzia spesso il professore prediletto di Fazio – è grazie ai vaccini”. Amen.

La speranza è che adesso il ministro Gennaro Sangiuliano, uno che di Rai qualcosa sa, d’intesa con il premier Giorgia Meloni e con altri ministri di peso, intervenga in modo netto, per porre fine a questo scandalo, a partire dal Tg1 a guida Maggioni: la prima da rimuovere, senza se e senza ma, è quella giornalista, arrogante e presuntuosa, che in campagna elettorale ha schierato le sue punte di diamante contro la Meloni. Uscendone inevitabilmente con le ossa rotte.

Si dovrà, poi, ridimensionare proprio la trasmissione di Fazio, che ha costi esorbitanti, e, soprattutto, si dovrà evitare una propaganda furiosa e cieca a favore di qualunque vaccino: deve prevalere la scienza, non l’ideologia.

Auspichiamo, in definitiva, una svolta netta, per quel che riguarda la Rai, pagata da tutti noi. Il Governo lo deve a tutti i cittadini, stufi dei comizi dei miliardari di sinistra, con tanto di scorta, che si compiacciono delle loro parole, quasi sempre contro chi non la pensa come loro: la Rai torni a informare, la propaganda resti nell’agone politico.  

 

Immagine: https://www.articolo21.org/


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (24 July 1895 – 7 December 1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’era dell’Uomo, pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, e un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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