La misura è colma: "Report" va fermato

Ora basta. Basta davvero. “Report”, la trasmissione di RaiTre, continua ad attaccare una parte politica (la destra), a infangare tutti coloro che non possono più difendersi (perché defunti) e a riscrivere la storia d’Italia a modo suo (e, ovviamente, a favore di compagni e compagnucci). Sigfrido Ranucci, conduttore e “padrone” del programma, sfoggia verso i suoi avversari, che lui evidentemente considera nemici, una cattiveria che nemmeno il peggior Santoro aveva mai mostrato.

Sarà stata la denuncia anonima di qualche mese fa, nella quale Ranucci era accusato di mobbing e di molestie sessuali nei confronti di lavoratori e lavoratrici di “Report”; sarà stato l’atteggiamento di qualche membro della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, che Sigfrido riteneva suo amico e che, invece, ha chiesto di visionare con attenzione il dossier anonimo; sarà stato lo stop imposto alla trasmissione, seguito non casualmente a queste accuse; saranno le elezioni prossime venture, che la sinistra rischia di perdere in modo rovinoso. Qualunque sia il motivo, una cosa è certa: il Ranucci tornato in video è una specie di belva, assetata del sangue nemico, e i suoi inviati sono più improbabili e più velenosi del solito. E i vertici Rai, a nostro avviso, hanno il dovere di fermarlo, perché è inaccettabile che il servizio pubblico si presti a operazioni smaccatamente faziose, come quelle di “Report”.

L’ultima panzana propinata agli italiani – e spacciata come vera da personaggi inquietanti, adeguatamente imbeccati dai “giornalisti” di Sigfrido – è che uno degli artefici della strage di Capaci sia stato Stefano Delle Chiaie. Mandati in onda i servizi che attesterebbero questo “scoop”, Ranucci entra in scena e tira le somme, distribuendo a destra e a manca patenti di criminale o di servitore dello Stato.

Il metodo, insomma, è sempre lo stesso: gli inviati preparano il terreno con interviste tagliate ad arte, poi Sigfrido “spiega” il contenuto delle interviste, picchiando duro i suoi nemici. Appena tornato in video, lo ha fatto contro la Lega e contro Salvini, che lui spaccia ormai per il male assoluto: ci manca solo che ci faccia vedere Salvini dentro un tank russo e siamo a posto. Poi ha ripreso la sua antica campagna di denigrazione nei confronti di Avanguardia Nazionale, addirittura tirandola in ballo per la strage di Capaci. E possiamo star certi che non finirà qui.

Questo pseudo-giornalista, sempre più gonfio, non solo fisicamente, ma anche di livore, sta evidentemente preparando il terreno di una campagna elettorale molto dura, che ci porterà alle elezioni politiche del 2023.

Il problema è che il signor Ranucci è pagato da tutti i cittadini – di destra e di sinistra – e non può permettersi di calpestare una parte politica, soltanto perché ha chiesto chiarezza sulle accuse – pesanti, molto pesanti – che sono state rivolte a questo conduttore, fazioso e arrogante. E se la Rai non interverrà, come temiamo succeda, lo faccia la Commissione parlamentare di Vigilanza: “Report”, in un modo o nell’altro, va fermato. Il popolo italiano, tutto, merita rispetto. Quello che Ranucci non ha.

 

Immagine: https://www.rai.it/

                                                                     


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

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La Spina nel Fianco

 

Comandante

13 dicembre 1942, il motopeschereccio armato “Cefalo”, di stanza presso la base di "La Galite” in Tunisia, di ritorno da una incursione nel porto di “Bona”, in Algeria, viene attaccato da uno Spitfire inglese, Durante il mitragliamento, vengono colpiti a morte numerosi membri dell'equipaggio, fra cui in comandante. Qui finisce la vita terrena di Salvatore Todaro, pluridecorato Comandante della nostra marina Militare.

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