Report, scandalo infinito

Lo chiamano servizio pubblico: i denari, in effetti, sono pubblici, ma di servizio non c'è proprio nulla. Report, una delle trasmissioni di punta Rai Tre, è la degna erede di programmi che, qualche lustro fa, vedevano come protagonista quel gentiluomo di Michele Santoro, sempre pronto a usare la TV di Stato, per attaccare il nemico numero uno di allora, Silvio Berlusconi. Oggi il "campione" della brigata di compagni che domina in Rai si chiama Sigfrido Ranucci, che di Report è non solo il conduttore, ma la vera e propria anima, addirittura il "padrone", secondo quanto ha denunciato, con un dossier, qualche gola profonda interna, secondo la quale il buon Sigfrido dalla "r" moscia assumerebbe spesso atteggiamenti sessisti in redazione.

Ovviamente, il dossier è stato non solo insabbiato, ma letteralmente sepolto in Rai, mentre in Commissione di Vigilanza Rai è stato esaminato e rapidamente accantonato. Così, dopo un breve stop, Report è tornato in onda, con un Ranucci più livoroso che mai, nei confronti del suo nemico di sempre, Matteo Salvini.

Dopo l'immancabile servizio sulla guerra in Ucraina, con una condanna senza se e senza ma della Russia e del "dittatore Vladimir Putin", la trasmissione di Rai Tre ha sferrato il suo attacco a Salvini, reo di aver detto, negli anni passati, che le sanzioni economiche contro la Russia erano una follia per il nostro Paese. E lo sgusciante Sigfrido, che non risponde alle accuse mosse a lui, ma che, con i nostri soldi, mette sul banco degli imputati i suoi nemici, è tornato a parlare del contratto stipulato dalla Lega col partito di Putin, mentre il solito "giornalista" (in realtà un molestatore seriale) si è scatenato nelle vie di Roma, per disturbare, anche al bar, deputati e senatori della Lega, chiedendo conto di quel contratto, siglato cinque anni fa, quando dell'invasione russa in Ucraina sapevano solo cartomanti e indovini di buon livello.

Ma Sigfrido, si sa, è uno che non si ferma e, così, ha portato avanti il suo attacco scomposto, in nome del servizio pubblico. E, allora, ci domandiamo: l'amministratore delegato della Rai, Fuortes, e il CdA tutto sanno o no che il servizio pubblico è tutt'altra cosa? Si sono accorti che Report non dà al cittadino pagante alcun servizio? Probabilmente no e, comunque, Ranucci è un intoccabile, malgrado più che telespettatori raccolga querele e brutte figure.

Insomma, siamo alle solite: Rai Tre sperpera i soldi del contribuente, per allestire trasmissioni condotte da imbarazzanti e rancorosi tribuni televisivi, quali Santoro (ieri) e Ranucci (oggi), che hanno come missione quella di attaccare i nemici politici della sinistra, che da sempre la fa da padrona in Rai. E lo fa, nel silenzio generale del mondo politico e nell'indifferenza della Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai, che dovrebbe controllare la correttezza del servizio radiotelevisivo di Stato.

Saremo degli inguaribili ottimisti, ma davvero non vogliamo arrenderci e ci auguriamo che, presto o tardi, le cose a viale Mazzini cambino davvero. E che un personaggio come Ranucci, che lievita di trasmissione in trasmissione, non in termini di pubblico, ma per quel che riguarda il suo peso, possa finalmente appartenere al passato. Per essere, poi, citato come esempio di come non si deve fare il servizio pubblico.

 

Immagine: https://www.ilfattoquotidiano.it/


Editoriale

 

L'Italia ha bisogno di te

Di Adriano Tilgher

Veramente ci vorrebbe una chiamata alle armi per salvare l’Italia e per rimettere in campo le enormi capacità di cui dispone come popolo e le qualità notevoli che ci hanno fatti grandi nei secoli. Rimanere inermi osservatori dello scempio, che stanno facendo di noi e delle nostre indiscutibili radici culturali, non è più possibile. L’immagine che i principali media danno del nostro popolo è veramente sconvolgente.

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La Spina nel Fianco

 

Ode al fido Grunf

Aprile 1967, esce nelle edicole italiane il numero 93 del fumetto “nero” creato da Magnus e Bunker, “Kriminal”, dal titolo "Festa happening". Il fumetto nero italiano fu un genere di fumetto che esordì’ nel 1962 con il personaggio di Diabolik, seguito da Kriminal, Satanik ed altre decine di epigoni. Propose un ribaltamento della morale corrente, i protagonisti non erano gli eroi buoni de "Il Vittorioso" né gli eroi del fumetto statunitense, bensì ladri, e spietati assassini, che fecero gridare allo scandalo, Chiesa, media, Democrazia Cristiana e in parte anche l’intellighenzia di sinistra, tant’è che il fenomeno attirò l'attenzione del potere giudiziario che temeva la carica eversiva di questo genere di pubblicazioni. Furono anni di censure, sequestri, roghi, ed arresti e gli autori, furono costretti ad ammorbidire toni e trame per evitare il carcere, facendo perdere al fumetto la propria carica innovativa.

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