Il Governo dei vaccini

Ormai è chiaro che Mario Draghi, il ministro Speranza e tutto il Governo procedono per sentito dire, vanno avanti a tentativi nella lotta alla pandemia. Del resto, il Covid 19 ha lasciato tutti spiazzati, quasi nessuno ha capito come fronteggiarlo e, alla fine, si è arrivati alla conclusione più semplice e, soprattutto, più remunerativa per le case farmaceutiche, da sempre molto generose con i politici compiacenti: vacciniamo tutti e buonanotte, peggio di com’è andata finora non potrà andare.

I morti, sì, sono diminuiti, ma lo stesso era accaduto nel 2020, durante la stagione estiva. Quest’anno, però, si è palesata la cosiddetta variante Delta e allora si è deciso di essere ancora più duri con chi non si vuol vaccinare e l’esecutivo si è inventato la “certificazione verde” o “green pass”, tanto per non essere esterofili: in buona sostanza, chi non si è vaccinato, non è guarito dal Covid o non ha fatto un tampone non avrà questa certificazione, senza la quale non si potrà più andare, ad esempio, in palestra, nelle sale interne dei ristoranti, al cinema o a teatro. Insomma, senza il vaccino non si balla. Anche se, a dire il vero, per un’altra scellerata decisione governativa, non balla proprio nessuno, perché le discoteche restano chiuse sine die e chi ha un’attività di questo tipo meglio che cambi mestiere.

In poche parole, la libertà di ognuno di noi è ridotta ai minimi termini, senza la certificazione verde. E sono previste multe salatissime, per chi non rispetta le regole. Non solo: come se non bastasse il danno, il ministro Speranza ha pensato anche alla beffa, apostrofando chi non si vuole vaccinare, con una frase totalmente senza senso, come “il vaccino è la più clamorosa arma di libertà che abbiamo, lo dice la scienza”. Un’idiozia, buttata là, per dire che le manifestazioni contro la certificazione verde non gli erano piaciute.

Il fatto che migliaia di cittadini siano scesi spontaneamente in piazza contro la scelta del governo è, invece, a nostro modo di vedere, l’unica nota positiva di questa vicenda, che sta prendendo una pericolosa piega liberticida. Si continuano a proporre i vaccini come unica strada per uscire dalla pandemia, ma si chiede a chi si vaccina di firmare una liberatoria, con la quale si assume tutte le responsabilità, nel caso qualcosa dovesse andar male a causa del vaccino stesso.

Un controsenso e, soprattutto, la negazione dei diritti dei cittadini: se lo Stato ci impone il vaccino – e di fatto ce lo impone – qualcuno (Stato o case farmaceutiche produttrici del vaccino) dovrà, poi, risarcirci se dal vaccino subiamo danni. E, invece, no. Di questo Draghi e Speranza nemmeno parlano.

Allora, inutile nasconderlo, c’è qualcosa che non va. C’è un’aria che non ci piace, anche perché è stata totalmente abbandonata la via delle cure alternative, plasma iperimmune in primis. E il suo artefice, il dottor Giuseppe De Donno, dopo essere stato irriso e accantonato dalle istituzioni, è stato addirittura trovato morto. Suicida, dicono. Ma in molti avanzano, più o meno apertamente, la drammatica ipotesi che sia stato “suicidato”. Ci auguriamo davvero che non sia così. Ma è certo che chi lotta contro i giganti rischia di uscirne con le ossa rotte. E, spesso, anche peggio.

 

Immagine: https://www.ilfattoquotidiano.it


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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