Povero Grillo!

Tra una ventina di giorni, compirà 72 anni: un uomo con un percorso ancora sufficientemente lungo davanti e, soprattutto, nel pieno delle sue facoltà mentali e intellettuali. Eppure, il Beppe Grillo che “apprezziamo” da tempo è l’esatto contrario: ci appare come un soggetto invecchiato e incattivito, presuntuoso e arrogante, che ostenta la sua ricchezza e cerca di stupire andando sempre oltre il limite, autodefinendosi “visionario”. In realtà, Grillo è diventato un intollerante maleducato, che non accetta critiche e contraddittorio, e, quel che è peggio, si fa vanto di questo suo atteggiamento.
In poche parole, il fondatore del Movimento 5 Stelle - che appena qualche anno fa era il brillante uomo del “Vaffa day”, capace di arringare e conquistare piazze straboccanti di folla, tanto che la sua creatura nel 2018 ottenne la maggioranza relativa alle elezioni politiche - appare come una macchietta fuori di testa, capace soltanto di insultare chi gli si para davanti e addirittura di cacciare (picchiandoli) i giornalisti che fanno il loro mestiere e cercano di intervistarlo. Beppe Grillo, nel luglio 2021, è, dunque, un poveraccio. Un miliardario, sì, ma un pover’uomo, sopportato dai parlamentari a cinque stelle, che non osano criticarlo apertamente (tranne rari casi), perché molti di loro sono “invenzioni” di Grillo stesso, personaggi di basso livello, presi dalla strada e gettati nell’agone politico, con i tristi risultati che abbiamo visto in questi anni.

Sarà stata la vicenda processuale del figlio Ciro, accusato di stupro, saranno stati i sondaggi, che indicavano in Giuseppe Conte il preferito dell’elettorato (o quel che resta) grillino, o chissà che altro, ma l’ex comico sembra davvero aver perso il lume della ragione.

Proprio lo scontro finale con Giuseppe Conte - prima indicato come il salvatore della barca a cinque stelle, poi cacciato con l’epiteto di “incapace” (ma tutti hanno capito che il motivo non era certo questo) - sarà probabilmente l’ultimo atto della carriera politica di Beppe Grillo, che, in quanto pregiudicato, non è mai potuto entrare direttamente nella sfida elettorale. Eppure, in quanto fondatore e Garante del Movimento, è sempre stato protagonista delle consultazioni al Quirinale e di tutte le decisioni più importanti prese dai 5Stelle. Lui ha fatto e disfatto, trincerandosi dietro le votazioni degli iscritti sulla ridicola piattaforma Rousseau, ovviamente annullate quando davano esiti non di suo gradimento. Ha fatto espellere personaggi di spicco, che non volevano ridursi a lacchè, nel silenzio e nell’imbarazzo generale. Tutti mugugnavano, ma nessuno veniva allo scoperto.
Adesso, però, Grillo ha fatto fuori l’uomo che tutti vedevano come l’unica soluzione per rilanciare un Movimento agonizzante: l’ex premier Giuseppe Conte. Da queste colonne, abbiamo sempre criticato il Conte presidente del Consiglio, ma non gli si possono negare eleganza di espressione e pacatezza. Esattamente quello che Grillo non ha mai dimostrato di avere. Tantomeno adesso, che sarebbero serviti pazienza e attenzione alle ragioni altrui, nell’interesse della sua stessa creatura politica, ridotta in fin di vita.

Niente da fare. Il Beppe Grillo 2021 ha dimostrato di non avere più il senso della misura. E possiamo star certi che Giuseppe Conte, forte dei consensi personali, che gli attribuiscono tutti i sondaggi, non si perderà d’animo e darà vita a un nuovo soggetto politico: sarà la spallata finale a Grillo e a quel che resta del suo Movimento.


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

La situazione sta evolvendo in segno positivo. Se osserviamo con attenzione le cose che accadono attorno a noi, ci rendiamo conto di quanto sia falsa, inutile e depistante la presunta realtà che ci raccontano i media tutti (o quasi) e quanto si stia risvegliando il popolo italiano. Basta un po’ di spirito di osservazione. Iniziano ad essere tante le persone che si sentono in dovere di esprimere il proprio dissenso, a dare la giusta lettura degli eventi, a parlare con linguaggi che sembravano spenti, perduti. Strani simbolismi appaiono anche dalle stanze ufficiali. Cosa fino a ieri impensabile. Qualcosa sta cambiando.

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Comandante

13 dicembre 1942, il motopeschereccio armato “Cefalo”, di stanza presso la base di "La Galite” in Tunisia, di ritorno da una incursione nel porto di “Bona”, in Algeria, viene attaccato da uno Spitfire inglese, Durante il mitragliamento, vengono colpiti a morte numerosi membri dell'equipaggio, fra cui in comandante. Qui finisce la vita terrena di Salvatore Todaro, pluridecorato Comandante della nostra marina Militare.

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