Italia Arlecchino: servi di tutti i padroni

Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. Il celebre passo biblico dell’Ecclesiaste ronza nella mente osservando le vicende italiane. Il nostro è un popolo di servitori, inutile illudersi. Lo sapevano i grandi del passato, come Dante (“ahi, serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”), Petrarca e Leopardi nelle accorate quanto inutili invocazioni alla Patria;Nicolò Machiavelli dedicò Il Principe al duca Valentino nel tempo in cui la nostra penisola era campo di battaglia e bottino degli eserciti stranieri.

Purtroppo, la maschera che meglio esprime il carattere nazionale è quella di Arlecchino, l’infido servitore con un costume rattoppato di mille colori, reso celebre da Carlo Goldoni in tante commedie. L’Arlecchino contemporaneo ha superato quello della commedia dell’arte: servo di due padroni l’antico, al servizio di qualsiasi signore l’attuale. E’ cronaca recente l’abbraccio tra Gentiloni e Macron. Il giovin signore francese della scuderia Rothschild non ha concesso nulla alle speranze italiote in materia di immigrazione, chiedere conferma ai disgraziati abitanti della città frontaliera di Ventimiglia invasa da orde di africani respinti inflessibilmente dall’ ex terra d’asilo della liberté, fraternité, égalité.

Monsieur le président ha incassato la presenza militare italiana nel Niger sotto comando transalpino per difendere l’uranio francese, pardon, per bloccare il terrorismo e chiudere le strade dell’immigrazione. In Italia, dove un ottimo amico di Macron, Vincent Bolloré di Vivendi controlla Telecom Italia – cioè le reti di telecomunicazione – è potuto arrivare ad un passo da sfilare a Berlusconi Fininvest/Mediaset e si è avvcinato pericolosamente a Generali, insieme con il gigante assicurativo Axa.

Lo shopping bancario è in pieno svolgimento, la Banca Nazionale del Lavoro, che fu banca del Tesoro italiano, è di Parisbas, mentre Crédit Agricole è il settimo gruppo bancario della penisola. Enorme è il peso francese nella grande distribuzione (Auchan, Leclerc, Carrefour) e nell’industria alimentare.

La nostra politica europea si  può riassumere in un continuo cedimento agli interessi altrui. Gli eventi della Libia, con la fine di Gheddafi voluta dalla Francia (Total) e dall’Inghilterra furono un attacco diretto alle scelte italiane in materia energetica.

Sulla sudditanza nostra agli Usa non sarebbe il caso di spendere troppe parole, poiché risulta impressionante che, a oltre settant’anni dalla fine della guerra e a trenta circa dalla cessazione della minaccia comunista, ospitiamo oltre cento basi americane, a nostre spese e con rilevanti pericoli per la salute dei connazionali.

Dimenticavamo il servilismo antico della sinistra nei confronti della defunta Unione Sovietica, l’americanismo d’accatto di quasi tutti gli altri e la lunga storia di sottomissione non alla Fede Cattolica, ma agli interessi concreti del Vaticano.

Niente di nuovo sotto il sole. Arlecchini di lungo corso in cerca di livree, convinti della nostra superiore furbizia, siamo a fine corsa. I servi, alla fine, restano tali. Si liquidano con qualche mancia, una pacca sulle spalle e il disprezzo che merita il lustrascarpe non per necessità, ma per vocazione. “O patria mia, vedo le mura e gli archiE le colonne e i simulacri e l'erme torri degli avi nostri. Ma la gloria non vedo.” Se Leopardi tornasse, non troverebbe più né le mura né le torri: sostituite dagli outlet, vendute in saldo, privatizzate, o chiuse per cessata attività.


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

La situazione sta evolvendo in segno positivo. Se osserviamo con attenzione le cose che accadono attorno a noi, ci rendiamo conto di quanto sia falsa, inutile e depistante la presunta realtà che ci raccontano i media tutti (o quasi) e quanto si stia risvegliando il popolo italiano. Basta un po’ di spirito di osservazione. Iniziano ad essere tante le persone che si sentono in dovere di esprimere il proprio dissenso, a dare la giusta lettura degli eventi, a parlare con linguaggi che sembravano spenti, perduti. Strani simbolismi appaiono anche dalle stanze ufficiali. Cosa fino a ieri impensabile. Qualcosa sta cambiando.

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La Spina nel Fianco

 

Comandante

13 dicembre 1942, il motopeschereccio armato “Cefalo”, di stanza presso la base di "La Galite” in Tunisia, di ritorno da una incursione nel porto di “Bona”, in Algeria, viene attaccato da uno Spitfire inglese, Durante il mitragliamento, vengono colpiti a morte numerosi membri dell'equipaggio, fra cui in comandante. Qui finisce la vita terrena di Salvatore Todaro, pluridecorato Comandante della nostra marina Militare.

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