Il Senato ed i collegi elettorali

Il decreto legislativo del 12 dicembre scorso, pubblicato una settimana più tardi nella Gazzetta Ufficiale, definisce le nuove circoscrizioni elettorali uninominali e plurinominali per l’elezione delle Camere. La Commissione di esperti, guidata dal Presidente dell’Istat, ha formulato il 22 novembre con una proposta motivata la definizione dei collegi. Le  commissioni parlamentari competenti, investite dall’Esecutivo, hanno compiuto dal 24 novembre al 7 dicembre un’analisi, naturalmente ubbidendo all’”ordine perentorio” impartito dal segretario del PD per lo spostamento di un Comune nell’area al Renzi stesso sottoposta.

   Osserviamo, perché prova più tangibile della disposizione cruciale, quello della macroscopica distribuzione demografica priva di un lucido contemperamento geografico, pur condotto nell’ambito del territorio regionale, la situazione al Senato.

   Per l’assemblea di Palazzo Madama il territorio nazionale è suddiviso in 116 collegi uninominali ripartiti in 20 circoscrizioni regionali. Gli altri (108) sono suddivisi sempre nello stesso contesto geografico. Ora questo dato, riportato in neretto nel testo, porta alla ribalta, confermandola nella sua gravità politica, la posizione privilegiata, sancita sin dal 1991, dell’attribuzione di ben 6 seggi, per entrambe le assemblee elettive, a favore delle popolazioni trentine e alto- atesine. Questo numero si ripercuote sul piano nazione, costringendo ad interventi restrittivi nella ripartizione dei plurinominali, in cui molto spesso risulta ignorata l’enorme superficie.

   L’esempio pregnante – per centrare lo sguardo sul Lazio – è quello del VI collegio uninominale di Guidonia Montecelio e di Rieti (541.316 abitanti e 139 Comuni), somma di quelli della Camera, che diviene per il plurinominale, il n.2, includente parte del Comune di Roma (quartiere Collatino) e della città metropolitana (Guidonia Montecelio) e le provincie di Rieti e di Viterbo (1.663.766 abitanti). In esso saranno assegnati 6 seggi. 

   Chi onestamente e seriamente potrà spiegare la esistenza dei 3 requisiti richiesti, la “coerenza del bacino territoriale”, l’”omogeneità economico sociale e storica culturale” e la “continuità del territorio”, tra il quartiere romano e gli isolati e spopolati centri della montagna sabina e della valle dell’Aniene, tra Montalto di Castro, Vallepietra e Leonessa?

   Rilievi simili, anche se attenuati, possono essere mossi sul plurinominale n. 3, tra Campolattano, Campoli Appennino, Pomezia, e Gallicano nel Lazio, mentre compattezza regna nel I, costituito all’interno del Comune di Roma,  tra l’altro con le dimensioni demografiche più ridotte.


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (1895 -1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’"era dell’Uomo", pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, ed un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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