La ripresa economica e i suoi fan

La ripresa economica e i suoi fan

I gazzettini di regime hanno fatto a gara, negli ultimi mesi, a pubblicare comunicati e interviste, che avevano come tema la ripresa economica: una ripresa, a dire dei vari Gentiloni, Padoan e Renzi, che è frutto del loro buongoverno (???) e che riguarda tutti, a partire dalle fasce più deboli. Tutto falso, ovviamente, come testimoniano i dati reali e, soprattutto, la vita quotidiana, con la quale devono confrontarsi i comuni mortali.
Già, perché questa crisi devastante, che ha creato milioni di nuovi poveri, riguarda davvero tutti, tranne gli ultra ricchi, gli unici ad aver tratto vantaggi da questi tempi bui. In buona sostanza: chi era ricco è ancora più ricco, chi galleggiava è finito sott’acqua, diventando povero, e chi era povero oggi è poverissimo. Questa è la verità vera, quella che i giornaloni nascondo inutilmente, visto che, poi, tutti noi dobbiamo fare la spesa e sappiamo bene come stanno le cose.
Quel che indigna, forse ancor più delle menzogne di politici che, in realtà, sono solo burattini dei potentati finanziari europei e mondiali, è che, al loro fianco, siano schierate associazioni cosiddette dei consumatori, che, quindi, dovrebbero difendere i cittadini più deboli. E, invece, fanno da cassa di risonanza dei potenti, cercando di certificare una ripresa che non c’è. Ma deve venircelo a dire l’avvocato Rienzi (Codacons), riprendendo strumentalmente dati non suoi, che quest’anno, a Natale, si è speso di più per il cibo? Perché non si preoccupa, piuttosto, di tutelare davvero, ad esempio, i pendolari della Roma Lido o della Roma Viterbo, tanto per restare nel Lazio, vittime senza voce di un servizio ferroviario indegno? Si occupi di questo, avvocato Rienzi, non di guadagnare una comparsata in più su questa o quella tv, per poi vendere il simbolo Codacons al miglior offerente, alle prossime elezioni.
Ecco, questo è il nostro Paese. O, almeno, questo è ciò che resta della nostra amata Italia: guardie e ladri, in realtà, sono tutti dalla stessa parte, contro il popolo. Non possiamo fidarci più di nessuno, perché nessuno è più schierato con i poveri e con gli indifesi. I giornalisti, che dovrebbero raccontarci la verità, compiacciono i potenti del momento, per ottenere, poi, salti di carriera o posti in Parlamento. Le associazioni dei consumatori, in realtà, fanno solo gli interessi dei loro dirigenti, accaparrandosi gli ingenti fondi regionali e statali destinati a questo settore e schierando il loro simbolo, in campagna elettorale, con questa o quella coalizione. E non lo fanno certo gratis. Perciò, come facciamo a credere a ciò che ci raccontano? Non ci crediamo, anche perché sappiamo bene che la ripresa, per noi, non esiste. Per noi ci sono solo doveri, tasse e Agenzia delle entrate, per loro soltanto diritti, vitalizi e plusvalenze.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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