Intervista al dott. Giuseppe Barbera

Intervista al dott. Giuseppe Barbera

Intervista al dott. Giuseppe Barbera,

archeologo, presidente dell’Associazione Tradizionale Pietas e
Pontefice Massimo dell’ente religioso romano “Pietas – Comunità Gentile”.

Riportiamo per intero l’intervista al dott. Barbera, del quale non condividiamo totalmente i pensieri e le opinioni espressi di seguito nel testo, tuttavia ci sembra un’interessante opportunità di indagine storica e tradizionale riguardo ad un ambito – la religione classica – che troppo spesso viene semplicisticamente ridotta a moda e/o becerismo.

Buona lettura.

Cosa porta oggi le persone a riscoprire la Via Romana agli Dei?

Premettiamo che “Via Romana al Divino” o “Via Romana agli Dei” è una locuzione moderna, coniata dal filosofo Julius Evola. Noi della Comunità Gentile preferiamo fare riferimento ai termini originari: i romani affermavano di seguire il culto degli Dei, la religione dei padri o religione delle genti di origine, da cui il termine “gentile” (gentiles è il termine latino derivante da gens). La base del culto gentile è il valore della Pietas, il sentimento di Amore e rispetto tra coniugi, per i familiari, per la patria, per gli Dei. Da qui la nomenclatura, nell’epoca contemporanea, di Pietas – Comunità Gentile per l’ente che si occupa, in Italia e nel mondo, allo sviluppo della religione classica.

Nell’epoca attuale si registra un calo delle vocazioni e delle adesioni nei riguardi delle religioni abramitiche, come ad esempio islamismo, ebraismo e le svariate forme di cristianesimo. Lo sviluppo delle tecnologie e dei sistemi di informazione e comunicazione, hanno consentito la diffusione delle conoscenze scientifiche e la possibilità di distinguere tra superstizioni, favole e “sacralità”. Per sacralità intendiamo la percezione che l’essere umano ha della dimensione metafisica, fenomeno che lo ha portato, sin dalle ere più antiche e da noi lontane, allo studio di una relazione con l’invisibile. Osservando le società rimaste primitive, attualmente esistenti sul pianeta, notiamo che esse, nonostante l’isolamento di ognuna, giunsero tutte alle medesime conclusioni: ciò genera interessanti parallelismi. Le religioni storiche sono un successivo fenomeno strutturato della sacralità, il quale venne elaborato nelle società tecnologicamente più progredite e sedentarizzate, affinché la persona non dimenticasse la sua atavica connessione con la Natura, il tutto vivente, utilizzando lo strumento delle cerimonie. Il ritorno al bosco emerge frequentemente nei riti iniziatici antichi (basti pensare a quella spartana), a testimoniare la volontà di preservare una memoria senza la quale l’uomo perderebbe la sua identità reale, scadendo in un individuo desacralizzato, despiritualizzato e privo di valori, incapace di mantenere una società sana e corretta. Le religioni più recenti nella storia dell’uomo sono quelle abramitiche, che noi gentili definiamo moderne, le quali sono le uniche che entrarono in conflitto con gli insegnamenti di tutte le altre religioni del resto del pianeta ed infatti sono quelle che crearono le “guerre di religione”. Fortunatamente la serie dei processi storici, dell’epoca contemporanea, condussero alla conclusione delle guerre di religione ed il processo sincretistico, avviatosi già con il rinascimento, ha consentito un dialogo fruttuoso tra le diverse religioni; seppure esistono ancora fazioni fanatiche in vari luoghi del globo, che cercano di rispolverare quei fondamentalismi per ora tenuti parzialmente a bada dalla società moderna. L’avvento della libertà religiosa pone l’uomo difronte alla possibilità di scegliere e qui entra in gioco quanto sta avvenendo in questi ultimi anni: la ripresa delle religioni antiche con una conseguente crescita. In Italia la religione etnica è quella classica, la via Gentile, ricca dei fondamenti filosofici e spirituali di Pitagora, Platone, Marco Aurelio, Giamblico, Porfirio ecc., autori studiati ed apprezzati in tutto il mondo. Il professore Riccardo Campa, dell’università di Cracovia, nel suo libro “La rivincita del paganesimo”, individua nell’emersione della modernità contemporanea un ritorno dei precetti filosofici, spirituali, sociali e culturali delle religioni antiche, una sorta di “rivincita”, come suggerisce il titolo, contro quelle religioni che si imposero con violenza dalla tarda antichità ad oggi. La forza della Tradizione Classica sta proprio qui: nell’aver resistito ad oltre un millennio e mezzo di persecuzioni, roghi, distruzioni e vandalizzazioni perpetrate dalle religioni abramitiche. Queste sono state frenate dalla nascita degli stati moderni, che hanno ripescato i concetti di repubblica e democrazia proprio da quelle religioni che li crearono (la greca e la romana). Quando alcuni anni fa si discuteva sul definire le origini dell’Europa come giudaico cristiane, gli stati moderni hanno ribadito il loro “no”; questo perché l’assolutismo intollerante di determinati passi biblici e di alcune lettere degli apostoli, vanno in totale conflitto con democrazia e libertà. Infatti i dogmi cancellano il processo di affermazione dei diritti umani, come accaduto nel tardo impero romano, mentre la libertà interiore, perseguita dalle religioni classiche, ben si sposò con prodotti sociali come la democrazia greca e la repubblica romana. Oggigiorno gli uomini perseguono la libertà e pertanto la riscoperta delle religioni classiche soddisfa le loro esigenze spirituali, mentre una religione come il cristianesimo, nata per gli schiavi tra gli schiavi, è totalmente fuori contesto in una società come la nostra, che è riuscita nell’abolizione (almeno formale) della schiavitù. La chiesa cattolica cerca di aggiornarsi e l’evento dell’onorare statue della Pachamama da parte del papa è stato senz’ombra di dubbio un gesto spiritualmente nobile, ma frange di fanatici cattolici hanno liberamente fatto vilipendio verso queste statue, rubandole dalla chiesa dove erano state ospitate per poi gettarle nel Tevere. Sulla rete internet è possibile visionare il video di questo crimine con tanto di confessione da parte dell’autore https://www.youtube.com/watch?v=FpCaDxN5q38 , giustificato da siti di intolleranti cattolici: “ Ciò che dovrebbe fare ogni cristiano, degno di questo nome, è abbattere e distruggere i nuovi idoli pagani quando questi sono utilizzati non a titolo di conservazione storica del proprio passato (ad es. in un museo), ma come divinità a cui prestare culto e venerazione”[1]. Suddetto sito giustifica tale crimine (sottolineiamo che il vilipendio religioso è un crimine nei riguardi di qualsiasi religione) con tanto di immagini di santi che distruggono statue di divinità gentili spacciandole per idoli, da S. Nicola a S. Vigilio ecc., quando dovrebbero invece porsi la domanda se non siano idoli le icone, i quadri, le statue di santi ed i crocifissi che vanno esponendo nei loro luoghi di culto. Ovviamente l’uomo moderno, arricchitosi del razionalismo e del senso critico, rifiuta tali culti intolleranti e preferisce la luminosità e la tolleranza del culto classico: “Guardiamo le medesime stelle, comune è il cielo, un medesimo universo ci racchiude: che importa con quale dottrina ciascuno ricerca la verità? Non si può giungere fino a così sublime segreto per mezzo di una sola via.” (Simmaco, sull’altare della Vittoria).

Da queste considerazioni preliminari intendiamo benissimo che la distinzione tra cristianesimo e paganesimo (o gentilità) sta nei valori fondamentali, essi si scontrano in dicotomie opposte e filosoficamente inconciliabili.

I punti fondamentali sopra espressi mostrano come il cristianesimo e le restanti religioni abramitiche oggi non siano adatti a dare risposte spirituali, mentre i grandi filosofi-sacerdoti-pontefici del passato, da Pitagora a Marco Aurelio, da Platone a Porfirio, risultano essere di una attualità incredibile. E’ sufficiente leggere “I Pensieri” di Marco Aurelio per verificarlo.

Infine c’è da aggiungere che le grandi religioni abramitiche stano ponendo così tanta attenzione alla politica da non occuparsi più di spiritualità, ed anziché soddisfare lo spirito umano e l’unità di un mondo cosmopolita, coltivano la separazione tra gli uomini, appoggiando oggi una fazione politica ed il giorno dopo quella avversa alla prima. Tali comportamenti hanno deluso ed insoddisfatto l’uomo contemporaneo, il quale invece sta scoprendo nelle tradizioni classiche le sue radici e la sua reale modernità.

Per  Pietas si può parlare di continuità con le tradizioni antiche?

Certamente. Abbiamo pubblicato, nell’ultimo numero della nostra rivista interna (19), Pietas, i dati di questa continuità, dal mondo antico ad oggi. Pietas trae le sue radici dai tre elementi in cui si è preservata la Tradizione nel corso dei secoli:

  1. Le tradizioni popolari, che hanno conservato molti riti antichi ed iniziatici nei tantissimi paesi italiani. Sulla rivista Pietas pubblichiamo, di tanto in tanto, i riti dei paesini che convogliamo nella nostra comunità, con accurate descrizioni e testimonianze sul loro svolgimento e con i dovuti studi antropologici e storici di accompagnamento.
  2. Le fonti storiche, ossia fonti letterarie, epigrafiche ed archeologiche, che consentono di studiare ed analizzare i riti antichi, individuarne le logiche ed adattarli all’epoca contemporanea.
  3. Il filone ermetico e neoplatonico in cui si riversarono gli ultimi sacerdoti antichi. La storia di questo filone e la sua continuità dal mondo antico ad oggi e la sua connessione con la nostra comunità è esplicitato sia nel nostro sito internet, alla pagina https://tradizioneromana.org/comunit-gentile.html sia, in maniera più approfondita, nel volume Pietas Comunità Gentile. Manuale per la pratica religiosa romana oggi, pubblicato in Pietas 19.

 

Pietas può essere definita neopagana?

Non crediamo che esista una dicotomia tra neopaganesimo e paganesimo. Di cosa dovremmo parlare? Di neopaganesimo da un lato e di veteropaganesimo dall’altro? Sarebbe ridicolo. Nel paganesimo sono implicite le diversità, le differenti correnti interpretative, nell’antichità era così ed i filoni più maturi e concreti erano poi quelli che emergevano, quelli che prendevano un indirizzo sbagliato tendevano a consumarsi nel tempo ed a scomparire. In realtà il neopaganesimo, come noi oggi lo conosciamo, è una rinascita del paganesimo religioso, dove a volte si vedono emergere interessanti fenomeni intellettuali e di valido spessore teologico, ed altre volte fenomeni di dubbia validità che si manifestano effimeri quanto una moda. La Pietas è un valore eterno, quindi non può essere definita né vecchia e neppure nuova, perché trascende dal tempo e dallo spazio; Semmai vi è l’emersione di un sentimento nuovo, per la società moderna, di agganciarsi ai valori più antichi e lontani della nostra società, un po’ come quando al termine della repubblica romana emergeva la tendenza a rifarsi ai valori della romanità arcaica, percepiti come saldi, immutevoli, incorruttibili. Oggi la gente è consapevole dei danni della corruzione morale dell’uomo moderno, e comprende che la soluzione non sta nel cambiare programmi elettorali e nel votare persone nuove e differenti, perché sempre si ripete lo stesso schema del tradimento della volontà degli elettori e della corruzione, il tutto giustificato dalla morale cristiana del perdono incondizionato a prescindere da tutto. Chi aderisce alla Tradizione Gentile preferisce far riferimento ai valori arcaici della nostra tradizione, al mos maiorum, percepito come strumento necessario alla trasformazione della morale contemporanea ed alla risoluzione della crisi attuale, che non è politica, neppure sociale, né economica: si tratta di una crisi di valori. La gente preferisce sostituire ai valori obsoleti del cristianesimo quelli della Roma Prisca, ricchi dell’onorabilità del persona, della fedeltà alla parola data, della coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, dell’aspirazione alla perfezione piuttosto che all’accettazione del difetto marchiato da un presunto peccato originale.

 

Lei è uno stimato archeologo. La sua professione ha influenzato la decisione di riportare in vita le tradizioni ?

E’ stata la mia intenzione di operare per la rinascita della Tradizione che ha influenzato le mie scelte professionali. Ho sacrificato altre passioni, abbattendole totalmente, per dedicarmi all’acquisizione di metodiche scientifiche, necessarie a dare il miglior contributo possibile alla nostra tradizione. Avendo incarnato i comportamenti morali della Pietas, ho ottenuto ottimi risultati anche nella mia vita professionale.

Secondo lei, in che modo potrebbe relazionarsi una religione come quella romana con una società secolare e materialista come quella moderna?”

Rinnovandola, arricchendola di valori. L’acquisizione del rito antico, il ripristino del sistema iniziatico gentile, il riprenderci i nostri spazi, i nostri templi, i nostri tempi e le nostre feste, sono operazioni importantissime da applicare, le quali consentiranno di realizzare una importante palingenesi della nostra struttura sociale. Se la Tradizione Gentile riuscirà a farsi conoscere e a diffondersi nelle diverse stratificazioni sociali della nostra nazione, in breve tempo l’Italia potrebbe recuperare quella dignità perduta, grazie ai profondi valori etici della classicità, divenendo persino anticipatrice nell’avere una religione in sintonia con la scienza con il processo evolutivo dei diritti sociali.

 

Può dare qualche consiglio a chi desidera di avvicinarsi a questo mondo?

Certamente. Innanzitutto studiare i classici, partendo dai libri sacri della tradizione greco romana, come l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide. Studiare i grandi filosofi iniziati ai misteri come Platone, i pitagorici neoplatonici come Giamblico, Plotino, Porfirio e Macrobio. Le fonti originali sono molto meglio dei commenti dei moderni e se proprio si necessita di un commentatore moderno si volga lo sguardo ad un Dom Antonio G. Pernety, particolarmente valido il suo “le favole egizie e greche spiegate al volgo”. Quindi per chi è interessato alla pratica classica si suggerisce di aderire alla comunità gentile della Pietas: aderire è semplice, è sufficiente connettersi al sito tradizioneromana.org e compilare il modulo alla seguente pagina: https://tradizioneromana.org/adesioni-ente-religioso-pietas.html L’adesione è libera e gratuita e consente di ricevere un manuale sulla pratica religiosa oggi e tutte le informazioni sulle attività della comunità gentile. E’ possibile andare a visitare i templi gentili, anche senza aver dato adesione alla comunità, per conoscerne i sacerdoti ed avere risposte alle proprie domande. Attualmente stiamo costruendo templi in tutta Italia e formando una classe sacerdotale in grado di aiutare le persone ad intraprendere la pratica e scoprire la possibilità di poter sviluppare un rapporto diretto e personale con le divinità, libero dalle superstizioni e ricco della opportunità di sperimentare e vivere esperienze dirette.

Per chi vuol tentare di penetrare gli aspetti esoterici della Tradizione Classica, esoterici in senso platonico, ossia intrinseci, si suggerisce la lettura del testo “Aspetti esoterici nella tradizione romana gentile” di Giuseppe Barbera (alias Elio Ermete), reperibile on line.

Infine il consiglio più prezioso è il seguente: si coltivi il proprio Genio, l’aspetto divino insito in noi, lo si nutra con comportamenti corretti, rispettando la  Pietas, il doveroso sentimento di amore e rispetto che deve essere tenuto vivo tra i coniugi, vivo per gli Dei e per la terra dei padri; sia nutrito il proprio Genio  con l’onestà e con il coraggio della verità; infatti chi è onesto non ha nulla da temere e può abbattere ogni paura, divenendo libero da uno dei sentimenti più atavici dell’animo umano; con ciò si raggiunge la libertà interiore.

Oggi più che mai la nostra repubblica necessita di uomini liberi, a discapito dei sudditi fin oggi educati al silenzio ed alla sottomissione a uomini ingiusti e scorretti.

[1] http://www.scuolaecclesiamater.org/search?q=pachamama

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