Le requisizioni in USA e in Europa per finanziare la guerra in Ucraina

È diffusa una notizia che non avrà un impatto immediato perché sta girando in sottotono. Di certo porterà molteplici e prossime conseguenze negative in Europa. Mi riferisco alla approvazione USA di confisca dei beni russi in territorio americano. Il valore del sequestro sarebbe destinato all’Ucraina. Un’operazione che cerca di smorzare l’effetto frenante del blocco dei finanziamenti direttamente erogati dal Congresso americano. 

L’attuale amministrazione non sa più come giustificare la continuazione di un intervento che non ha prodotto gli effetti sperati. Il primo doveva essere il compimento pilotato della frantumazione della Russia in stile crollo sovietico che ebbe inizio ufficiale con le dimissioni di Gorbaciov. Il secondo doveva essere la realizzazione di una Ucraina vittoriosa e da includere nella Nato. Un ingresso che avrebbe messo in ombra gli aspetti di staterello balcanico a gestione mafiosa. Un dettaglio che avrebbe scarsa importanza perché sarebbe di ostacolo al piano di espansione della Nato. Facciamo presente che l’alleanza atlantica al proprio interno ha diverse nazioni che non rispettano i famosi e oltraggiati diritti umani e civili, ma sono utili nei quadranti più delicati dell’area euroasiatica. Il mantenimento di nazioni instabili rientra nella tutela degli interessi angloamericani. In questo contesto, i vantaggi per i popoli europei costituiscono un dettaglio trascurabile. In altre zone del mondo, questi “aspetti negativi” sarebbero invece l’occasione per attivare le armate da parte dei possessori del Destino Manifesto e della verità. 

Esiste e permane un punto nodale che non viene mai evidenziato nelle notizie che riguardano i movimenti di soldi in tutto il mondo. Nessuno indagherà per conoscere quanta percentuale del valore reale di questo sequestro sarà destinato effettivamente a Kiev e quanto sarà girato nei conti dei politici USA su banche-ombra operanti in Oceania e dintorni. L’opacità e la dissimulazione continuano ad essere le caratteristiche che delineano la morfologia delle centrali di produzione dei notiziari. Nei prossimi anni saranno probabilmente uno degli argomenti più interessanti delle tesi di laurea di università pubbliche, molto meno in quelle private gestite dagli USA per il 95% del totale.
Noterete che la notizia è stata diffusa all’estero. Nella ex-Italia regna un  pesante silenzio mortale e luridamente complice: https://latamnews.lat/20240420/la-camara-de-representantes-de-eeuu-aprueba-confiscar-los-activos-rusos-a-favor-de-ucrania-1149894602.html
L’attuale conflitto ucraino-russo a trazione angloamericana continuerà ad operare finché continuerà ad essere il canale per riciclare e trasferire miliardi di dollari nelle banche-ombra su conti intestati ai politici angloamericani guerrafondai in nome della libertà ucraina. Gli effetti sulle popolazioni sono un considerati dai grandi pianificatori reclutati dalle università e dai centri di ricerca un “danno collaterale” che si riverbera lontano dai confini dei propri Paesi, ovviamente.

Sarebbe il caso di farla finita con le interpretazioni “psicoanalitiche” degli attori di queste tragedie dicendo che sono stupidi, incapaci, ecc. Si tratta di sfoghi consolatori che, forse, aiutano a sostenere il peso delle loro prepotenze. La realtà è diversa!
Si tratta di maggiordomi teleguidati da rigorosi ordini servizio emanati dagli esponenti del cosiddetto Complesso Militare Industriale. Una struttura gigantesca e in espansione sempre più autorefenziale che trova la sua giustificazione d’essere con la alimentazione ossessiva di conflitti locali e generalizzati. Le guerre chiedono fondi, tanti soldi che fanno prosperare le industrie belliche e sostengono la macchina militare a danno della produttività di beni e di servizi fondamento di una società libera.
Ancora continua la lotta mondiale fra la fazione della stabilità e quella del caos. Si tratta di montagne di danaro. Le ideologie ambientaliste, pacifiste, ecc. sono foglie di fico per nascondere l’orrore.
 
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