La china discendente verso la catastrofe

Di Luciano Lago

Analizzando la china discendente in cui è precipitato il conflitto in Ucraina, molti analisti indipendenti non riescono a spiegarsi di come, le autorità di Washington, stiano percorrendo consapevolmente la strada senza uscita verso un conflitto generale, di tipo nucleare, con la Russia, il quale sarebbe una catastrofe per tutto il mondo.

La domanda ricorrente è: quale vento di follia ha preso a spirare all’interno della Casa Bianca e nella stessa Europa, che segue a ruota le folli decisioni degli Stati Uniti e dell’Amministrazione Biden?

Sembra chiaro che, nella fase attuale, l’alternativa che si pone è quella tra tra una catastrofica escalation del conflitto o una soluzione negoziata, per quanto spiacevole per l’Ucraina – ma che potrebbe essere l’unica via d’uscita da prospettare per la giunta di Kiev, manipolata dalle autorità occidentali.

Tuttavia, Volodymyr Zelensky e i suoi sponsor a Washington sono sempre più inclini a preferire la prima opzione alla seconda, anche se si tratta di una catastrofe garantita.

Il corso del conflitto si è evoluto, ormai irrimediabilmente, a favore della Russia (fatto che era di per sé abbastanza prevedibile), ma gli sponsor occidentali dell’Ucraina si attivano per trovare un sistema per fermare l’offensiva russa, anche rischiando un conflitto nucleare con tutte le conseguenze implicite.

Anche diverse voci critiche negli Stati Uniti si chiedono per quale motivo gli Stati Uniti e l’Europa debbano rischiare un conflitto nucleare per aiutare la giunta di Kiev, corrotta e inquinata da banderisti neo nazisti, a riprendere il controllo di territori (come la Crimea e il Donbass) che sono stati storicamente russi e caratterizzati essenzialmente da popolazione russofone.

In realtà non si può comprendere l’ossessione russofobica che attraversa le attuali élite di potere statunitensi, se non si fa riferimento ai piani strategici che, dalla fine degli anni ’90, hanno dominato la politica estera di Washington e le sue mire espansionistiche. Basti ricordare le elucubrazioni del “New American Century”, della dottrina Wolfowitz (indirizzo di politica estera degli Stati Uniti d’America teorizzato dall’allora Sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz, terzo in grado alla dirigenza del Pentagono), e dei Think Tank come la “Rand Corporation”, emanazione diretta del Pentagono. 

Tutte impostazioni teoriche e dottrinarie della politica estera USA che predicavano la futura egemonia unipolare assoluta degli Stati Uniti a livello mondiale dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica. E’ sufficiente andarsi a rileggere questi documenti (quasi tutti resi pubblici) per capire quali fossero le mire espansionistiche degli USA a scapito di alti Paesi; dal Medio Oriente all’Europa passando dalla Russia, fino all’Asia e alle propaggini della Cina. Vedi l’espansione senza fine della Nato, arrivata ad “abbaiare” sotto le frontiere russe e le la trasformazione della UE, da associazione di cooperazione economica, in interfaccia della Nato in Europa.

Il grande gioco della guerra tra le potenze

Il vero problema per le élite di potere statunitensi è quello che il loro piano egemonico è già fallito irrimediabilmente e che ha trovato grossi ostacoli nella resistenza della Russia e della Cina, con l’emergere di un nuovo ordine multipolare che si contrappone a quello occidentale, dominato dagli anglosassoni.

Questo ha provocato la rabbia e la frustrazione delle élite di potere, che hanno visto compromessi i loro obiettivi e ritengono necessario incendiare il mondo con un conflitto mondiale pur di salvaguardare i loro interessi geopolitici e finanziari, messi in discussione dalla resistenza della Russia e della Cina.

La posizione folle e suicida delle classi politiche europee (con poche eccezioni), rese totalmente asservite agli interessi degli USA è peraltro ancora meno spiegabile, visto che proprio l’Europa sta per diventare il campo di battaglia privilegiato che andrà a seminare distruzione e guerra nel continente europeo, a meno di 80 anni dall’ultimo conflitto mondiale ed europeo.

Quali sporchi interessi costringono i governi europei a prostrarsi nel loro ruolo servile e ottuso nei confronti della potenza dominante d’oltre atlantico? Sarebbe un mistero se non si considerassero i rapporti di sudditanza e di asservimento, peraltro ben retribuiti, che sono peculiari degli euroburocrati di Bruxelles e di buona parte dei personaggi politici europei.

Questi personaggi, loro stessi ed i loro colleghi del Congresso USA, sono tutti pilotati dai grandi gruppi finanziari, gli stessi collegati con l’apparato industriale militare degli Stati Uniti, il quale è interessato a mantenere guerre senza fine che servono a far maturare profitti miliardari per le fabbriche di armamenti e per le entità finanziarie che ne possiedono i pacchetti azionari. Alla fine dei conti tutto conduce al grande business della guerra.

Da notare peraltro che la Russia, sarebbe già pronta per un negoziato, che lo stesso capo di stato Vladimir Putin ha più volte manifestato al sua disponibilità a negoziare. Le proposte di Putin e del suo staff si sono trovate di fronte ad un muro in Occidente. 

Si deduce che, per qualche ragione di tornaconto finanziario ed elettorale, l’Occidente non ascolta questi appelli ripetutamente espressi e continua a provocare e programmare misure di ritorsione più gravi.

Le conseguenze saranno a carico dei popoli che pagheranno il prezzo dell’abulia e dell’indifferenza in cui sono precipitati.

 
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