Cambio di strategia dei nemici della Russia

Di Luciano Lago

L’Attentato di Mosca al Crocus City Hall del 22 Marzo, il più grave degli ultimi anni, attuato contro persone intervenute per un concerto,  dimostra il cambio di strategia attuato dai nemici della Russia.

Questo atto barbaro dimostra come le centrali internazionali che conducono l’attacco alla Russia, dopo il fallimento della controffensiva ucraina, nonostante i tanti miliardi forniti alla giunta di Kiev, dopo il fallimento delle sanzioni che avrebbero dovuto piegare la Russia, vista la inefficacia della massiccia propaganda che non ha raggiunto i suoi scopi, hanno deciso di ricorrere al terrorismo per piegare la Russia.

Non è difficile capire che il terrorismo è il mezzo classico che  gli USA ed i loro alleati hanno utilizzato per rovesciare regimi ostili all’occidente e sobillare un cambio di regime. Questo sistema è stato ampiamente utilizzato in Medio Oriente (Siria, Iraq, Libia, ecc.) in Asia ed altrove e le centrali USA sono solite ricorrere al terrorismo per le loro finalità strategiche.

Nessuna meraviglia quindi che venga creata una campagna mediatica PSYOP per convincere sulla matrice islamica (ISIS) dell’attentato. Gli esperti anglosassoni devono aver riflettuto a lungo prima di arrivare a questa decisione e attuare il cambio di passo.  

Se non è possibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia ed  è troppo rischioso attaccare direttamente se strutture militari russe, il terrorismo e la sobillazione interna con l’obiettivo di promuovere e diffondere il caos e la guerra civile, sembrano la soluzione possibile per gli strateghi anglosassoni.

Niente di meglio che attizzare l’odio contro la comunità mussulmana in Russia e farla diventare un capro espiatorio su cui riversare le responsabilità del terrorismo e incrinare la stabilità del sistema sociale e politico del paese slavo.

I mandanti dell’attacco, a prescindere dagli esecutori, sono gli stessi che hanno sobillato in Ucraina al fine di creare le basi per l’attacco alle popolazioni russofone del Donbass, poi tramutatosi in guerra aperta. Sono i medesimi che in Siria hanno armato i gruppi terroristi per creare il caos, la guerra civile e il cambio di regime a Damasco. Cambio non riuscito grazie all’intervento russo ed alla resistenza dell’esercito siriano, di Hezbollah e dell’Iran. Il fallimento in Siria ha fatto infuriare gli statunitensi e il desiderio di vendetta non si è mai sopito.

Quindi Washington aveva un conto aperto da regolare con la Russia e sperava di utilizzare l’Ucraina per regolarlo a costo di investire centinaia di miliardi per armare quel Paese e farne una piattaforma d’attacco contro la Russia.

Con il prospettarsi dell’ennesimo fallimento all’establishment anglo USA non rimane che la sobillazione interna e il terrorismo di matrice islamica (targato CIA). D’altra parte erano anni che i terroristi islamici venivano addestrati nelle basi USA in Siria, in Kosovo ed altrove, la mano d’opera non mancava e bisognava utilizzarla.

Adesso Mosca deve entrare nella risoluzione di fronteggiare questa minaccia e ricorrere ai mezzi estremi che certamente non le mancano. La Russia non è sola e i suoi alleati, dalla Cina all’Iran ai paesi BRICS sono quelli che possono fornire aiuto e supporto in questa sfida, consapevoli che questi mezzi d’attacco potranno essere utilizzati dal nemico comune anche contro di loro.

 
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