La grottesca vicenda della nave Aquarius

La vicenda della nave Aquarius ha del grottesco. Da una parte le esigenze dei migranti a bordo, dall'altra quelle di un sistema che è complice attivo nel reato di tratta di esseri umani, reato del quale nessuno sembra accorgersi e ben presente nel nostro Codice Penale all’art.601 e prevista dalla recepita direttiva UE 2011/36.

Scrivere di immigrazione è avere il coraggio di affrontare un tema vastissimo, poliedrico, multiforme. Le sfaccettature possono essere le più disparate, i temi per attaccare o per difendere le diverse posizioni, favorevoli o contrarie al fenomeno, possono essere molteplici. Credo che le migliori analisi possono soltanto partire dai fatti, supportati dai documenti ufficiali. Partiamo dal fattore economico.

Il pensiero unico, che rimbalza su tutti i media, impone di credere che il costo della migrazione, sia ripagato dall’Europa. Basta consultare l’ultimo Documento di Economia e Finanza (DEF), firmato da Gentiloni e Padoan per capire che il consuntivo di spesa per il 2017 è stato di 4,363 miliardi di Euro, a fronte di un contributo UE per le migrazioni di 77 milioni di Euro. Per il 2018, sono stati previsti costi variabili da 4,6 a 5 miliardi di euro, a seconda dell'intensità dei flussi, considerando uno scenario di arrivi costante o in crescita. I contributi UE previsti sono di 80 milioni di Euro. Appare evidente, quindi, come l’incidenza dei contributi europei sul tema raggiunga a fatica il 2% circa della nostra reale spesa. Considerando inoltre che la tanto sbandierata “ridistribuzione” dei migranti fatta in nome di una ipotetica solidarietà europea non ha nessuna efficacia, non è assolutamente sbagliato affermare che l’Europa ha veramente lasciato da soli i cittadini italiani.

A settembre 2017, sono stati solo 9.087 i richiedenti asilo ricollocati in altri paesi europei, secondo la stessa commissione europea. La solidarietà in Europa ufficialmente non esiste e ne facciamo noi italiani le spese, sotto ogni punto di vista. Al di là dell’aspetto numerico, pur importante, rimane quello politico ed umano che è necessario evidenziare: si rivoltano contro il contenimento immigratorio proprio coloro che dal sistema hanno avuto di più, mascherandosi da ipocriti buonisti e stando dalla parte degli sfruttatori del traffico di esseri umani, personaggi di bassa lega che non riescono, in fin dei conti, a non far trapelare i propri interessi dietro una malcelata maschera buonista.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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