Procedura di infrazione: l'UE ci ha dichiarato guerra

L’Unione Europea ha ufficialmente deciso di intraprendere la linea dura contro l’Italia, il Comitato economico e finanziario ha adottato il rapporto sull’Italia, confermando il parere della Commissione, secondo cui la procedura per deficit eccessivo sarebbe “giustificata”. I tecnocrati di Bruxelles preparano l’offensiva contro il nostro Paese, l’obbiettivo è ovviamente la testa del Governo giallo-verde.

Evidentemente, dopo le elezioni europee, visto il risultato, non decisivo ma preoccupante per chi detiene le redini dell’UE, dei sovranismi nostrani e non, qualcuno ha deciso di punire i “ribelli”, coloro che non si allineano, quelli che seppur moderatamente (anche troppo lasciatecelo dire) cercano di battere i pugni sulle scrivanie dell’UE, scrivanie presiedute però da sordi, udenti solo alle necessità dei mercati e dei potentati finanziari che loro stessi rappresentano.

Pensiamo che l’Italia si stia muovendo in una direzione sbagliata, quindi dobbiamo prendere decisioni rilevanti in questo campo. Penso che il paese corra il rischio di restare intrappolato per anni in una procedura per deficit eccessivo, e vorrei evitarlo, ma questo dipenderà dagli impegni che il Governo italiano prenderà “. – Queste le parole, dal tono oltremodo minaccioso, intimidatorio, pronunciate dal Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, che con fare propriamente mafioso cerca di spaventare non già il Governo, quanto tutto il popolo italiano, sulla stessa linea della ormai arcinota frase pronunciata da Oettinger qualche tempo fa: “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto”. Frase questa, che è in realtà non una semplice dichiarazione, ma l’ammissione di una prassi di coercizione, il modus operandi delle centrali economiche del potere per spremere i popoli come agrumi, distruggere il loro tessuto sociale, la produzione nazionale, imporre governi di comodo.

Sull’attenti dunque, la strada è ancora lunga ma, la risposta positiva dei tecnici del Comitato economico e finanziario deve effettivamente metterci in guardia. Il Governo giallo-verde non è certo il massimo, anzi, possiamo permetterci di dire che ad un caso potrebbe essere considerato il “minimo”, tuttavia in questo momento storico è necessario che chiunque ha a cuore il futuro della nostra Patria, si stringa in difesa di questo esecutivo, non tanto in difesa di Conte, Salvini e Di Maio, bensì di quello che questo Governo rappresenta, e cioè il tentativo unico fino ad ora, di andare oltre alle dicotomie liberali destra e sinistra, imposteci dal sistema nella logica del “divide et impera”, un avamposto sperimentale della politica italiana che ha creato un precedente pericoloso per i potenti, l’interpretazione politica di un sentimento diffuso di rifiuto e di rabbia sia verso la classe politica vecchia, sia verso le dinamiche appunto sfruttatrici della tecnocrazia “europea”.

Allora come già abbiamo detto più volte, auspichiamo una “maturazione” del sovranismo, una evoluzione di questa corrente che è quasi metapolitica, in qualcosa di più definito, serio, dottrinario, che possa disporre delle armi culturali necessarie per costruire veramente una nuova proposta politica, con progettualità e prassi costante. Fino ad allora saremo in balìa delle paure di qualche moderato, indeciso, moderno badogliano. È tempo credo di scelte radicali, questo Governo ne è all’altezza? Ai posteri l’ardua sentenza, noi ci limitiamo ad osservare e analizzare gli eventi, e tutt’al più, già che di sanzioni si parla, di urlare ancora una volta; «me ne frego!»


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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