Le oligarchie globaliste di Bruxelles ci chiedono “Più Europa” per meglio affossare i popoli

Il prossimo 26 maggio avremo le Elezioni per il Parlamento europeo. Elezioni sicuramente importanti visto che una buona parte delle decisioni che riguardano la nostra vita di tutti i giorni (80% circa) sono prese a Bruxelles.

Nonostante tale realtà siamo sommersi dalle bugie e dalla frode, perché le oligarchie globaliste che comandano in Europa, ci vogliono far credere che viviamo in un sistema “democratico” mentre in realtà sono sempre loro, le élite, che stabiliscono i meccanismi di controllo dei popoli che loro dicono di rappresentare.

Nel caso della UE, la truffa consiste nel fatto che il Parlamento Europeo gode di un limitato potere reale e sono piuttosto altri organismi, non elettivi, come il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea, che prendono la maggior parte delle decisioni fondamentali senza dover rendere conto ad alcuno.

L’Unione Europea è stata un progetto elitario fin dalla sua fondazione.

L’Unione Europea fu costituita per volontà di una élite di potere collegata con gli Stati Uniti che decise di trasformare l’assetto dell’Europa, assoggettata dopo il 1945 trasformando il vecchio continente in un protettorato politico e militare, creando prima la NATO poi l’Unione Europea per meglio averne il controllo.

La UE ha dimostrato di essere una struttura tecno burocratica che priva i paesi aderenti della possibilità di decidere nell’interesse dei propri cittadini e si occupa di favorire gli interessi delle grandi corporazioni e dei potentati finanziari.

Il “bubbone” della UE è scoppiato in particolare quando questo organismo ha preteso di dettare le regole in tema di migrazioni, favorendo l’invasione in Europa di masse di stranieri provenienti da altre culture difficilmente assimilabili con la cultura europea. Il tutto nell’ambito di un progetto di sostituzione etnica.

Ancora peggio quando le centrali della UE hanno cercato di imporre la loro ideologia in sostituzione dei valori etici tradizionali rimpiazzati con quelli alla base della ideologia massonica, basata su indifferenza di genere, omosessualismo, aborto liberalizzato, educazione LGBT, nozze omosessuali, le adozioni gay, l’eutanasia, l’eugenetica ed altri concetti in contrasto con la cultura dei paesi a tradizione cristiana. Questo ha suscitato la rivolta ed il rifiuto di buona parte dell’opinione pubblica.

Inoltre l’Unione Europea ha portato avanti una politica di sanzioni contro la Federazione Russa, che dovrebbe essere l’alleato naturale dell’Europa.

La politica della UE sta distruggendo le radici cristiane del continente e sta portando avanti, attraverso l’euro e la BCE, una politica di indebitamento massiccio.

Tutto questo ha permesso che personaggi come George Soros e la Banca Goldman Sachs si siano trasformati negli autentici governatori ombra delle Istituzioni europee.

La UE si rifiuta di proteggere gli interessi degli agricoltori e dei produttori del sud Europa, di fronte alla concorrenza di paesi esterni con bassi costi di mano d’opera e permette lo sfruttamento del lavoro per consentire l’abbassamento dei salari e la precarietà del lavoro. La UE ha appoggiato e sostenuto le migrazioni per indebolire gli stati nazionali e sta utilizzando paesi come l’Italia, la Grecia e la Spagna come un campo di sperimentazione delle sue tecniche di controllo sociale.

Di fronte allo scontento ed all’impoverimento delle masse dei cittadini, gli oligarchi dell’Europa offrono in Italia, come slogan, “Più Europa” per dare maggiore potere ai tecnoburocrati di Bruxelles e Francoforte. Il maggiore potere alla UE serve per procedere nel tagliare la spesa pubblica nella sanità, nell’istruzione, nella cultura, nella sicurezza, nel risanamento del territorio e nelle infrastrutture e per ridurre le pensioni. Con il suo modello di economia di mercato la UE ci chiede di competere con i salari di paesi dove lo stipendio mensile lordo non supera 400 euro, di rinunciare a qualsiasi forma di controllo pubblico sull’economia.

Ovvero l’Europa e i suoi apologeti ci chiedono tutto quello che i Governi degli ultimi 30 anni hanno scrupolosamente realizzato: sia quelli del centrosinistra, sia quelli del centrodestra, oggi addirittura il governo che parte da una piattaforma pseudo populista, ma che, grazie al cambio di passo di Di Maio, si è messo nella stessa direzione, di ottemperare alle regole (il vincolo del 3%) dell’austerità.

Il progetto dell’Unione Europea si rivela ormai un formidabile strumento di sottomissione degli stati e dei popoli al dominio di una élite finanziaria globalista che opera per cancellare i diritti sociali, le aspirazioni nazionali, in vista della realizzazione di un nuovo Ordine Mondiale.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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