Il cortocircuito di Stato per uno Stato che non c’è

Pisa 23/02/24 – Una manifestazione spontanea studentesca in favore della Palestina viene fermata nel sangue, a colpi di manganello in una stradina stretta di San Frediano, dove ragazzi perlopiù minorenni erano stati intrappolati senza alcuna via di fuga. Le immagini della violenza dello stato su ragazzini inermi, ha fatto il giro del web, arrivando a divenire caso nazionale, suscitando il giusto sdegno dei rappresentanti politici. 

Il primo cittadino di Pisa, il leghista Michele Conti, dopo gli episodi ha chiamato il questore e il prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto: “quello che è accaduto stamani in città mi ha profondamente amareggiato, prima ancora che come sindaco, come cittadino e genitore”. 

Profonda amarezza per l’episodio dal direttore della Scuola Normale Superiore Luigi Ambrosio, e dal rettore della Scuola Superiore Sant’Anna Sabina Nuti. Il rettore dell’università di Pisa Riccardo Zucchi ha dichiarato: “in attesa di ricevere chiarimenti sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine, l’Università di Pisa auspica che tutte le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca. Ed annuncia di aver organizzato per il 14 marzo una riunione straordinaria del Senato Accademico aperta alla partecipazione di esterni, nel corso del quale verranno presentate, mozioni, elaborate da gruppi studenteschi, sulla questione palestinese”. A queste dichiarazioni si uniscono quelle di vari esponenti politici, Giuseppe Conte segretario del Movimento 5 Stelle in un post su Twitter scrive: “ancora una volta manganellate contro chi protesta per il massacro in corso a Gaza, (..) sono immagini preoccupanti, non degne del nostro Paese. Non può essere questa la risposta dello Stato al dissenso”, gli fa eco la segretaria del Pd Elly Schlein: “basta manganellate sugli studenti, le immagini di Pisa sono inaccettabili: studenti e studentesse intrappolati in un vicolo e caricati a manganellate dalla polizia. Presentiamo subito un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi affinché chiarisca. (..) Difendiamo la libertà di manifestare pacificamente”.

La libertà di “dissentire” torna in primo piano, e compatta l’opposizione al governo “de destra” di Giorgia Meloni. Si torna a parlare di “pericolo fascista”, con comunicati dei centri sociali e dell’immancabile A.N.P.I.  La difesa dei “diritti” torna prepotentemente in primo piano, o forse no, perché la violenza sui manifestanti diviene illegittima quando tocca argomenti cari agli interessi politici contingenti, ma accettata, nonché auspicata, quando tocca temi ostici al potere. E quando mi riferisco al potere non ne faccio una questione d’appartenenza, perché destra e sinistra sono entrambe asservite alle stesse logiche di potere sovrannazionale e antiumano.

Poche settimane fa a Montecatini Terme una conferenza autorizzata, organizzata dagli amici di “Vento dell’Est” che prevedeva un collegamento con il filosofo Russo Alexandr Dugin, fu di fatto impedita minacciando di “controlli scrupolosi” Il proprietario dell’hotel dove doveva tenersi la conferenza, e blindandone l’accesso con decine di mezzi di Polizia e Carabinieri. 

Come non scordare le immagini degli idranti sul portuali di Trieste durante la pandemia, o l’uso dei droni per l’identificazione di che faceva una passeggiata solitaria in spiaggia. Nelle Stesse ore dei fatti di Pisa a Milano gli stessi (per ideologia e età anagrafica) giovani durante una manifestazione in favore della terrorista Ilaria Salis, giustamente detenuta in Ungheria per aver aggredito insieme ad altri militanti di estrema sinistra due nazionalisti che festeggiavano il “Giorno dell’Onore”, ovvero l’anniversario della resistenza di Budapest all’occupazione nel 1945  da parte dell’Armata Rossa, hanno manifestato per le strade della città compiendo atti di vandalismo e intonando cori fra cui: 

“ma quale pacifismo, ma quale non violenza, dieci, cento, mille Acca Larentia”., qui si commettendo un reato, quello di “istigazione all’odio”, ma stranamente qui, nessuna carica di polizia, anzi, l’istigazione all’odio per lo stato c’è quando si commemorano quei morti.

Il dissenso il Italia è ammesso da una sola parte politica, riproporre gli antichi slogan “uccidere un fascista non è reato” è considerata un’opinione politica, ma dire che Israele è una nazione genocida è considerato reato.

L’appellativo di “fascista” o ancor meglio di “nazista”, che fa più “cool” viene affibbiato “ad minchiam” a tutti, Netanyahu è nazista, Putin è nazista, e poi si organizzano fiaccolate per chi “nazista” lo era davvero, come il terrorista Russo Alexei Navalny, recentemente deceduto in un carcere siberiano, fondatore nel 2005 del gruppo giovanile Democrazia Alternativa (DA) finanziato dall’agenzia statunitense “National Endowment for Democracy”. Che nelle sue prime apparizioni social, si presentava contornato da militanti muniti di vistosi tatuaggi runici, impugnando una pistola e auspicando l’eliminazione fisica degli immigrati. Oppure dando le armi al governo filo-nazista di Kiev che dal 2013 propugna una vera e propria pulizia etnica a danno delle popolazioni russofone del Donbass.

La destra di Governo usa la mancanza di “autorizzazione” per legittimare cariche di polizia contro inermi studenti. La Sinistra usa la polizia, per delegittimare la destra di Governo.

Delle migliaia di civili sterminati a Gaza, non frega niente a nessuno. 

Noi ci poniamo dalla parte degli oppressi, quelli veri, non quelli comodi alla visione unipolare, che sono le popolazioni del Donbass sterminate dagli Ucraini prima dell’inizio dell’Operazione Speciale russa, il popolo Palestinese sterminato dagli Israeliani da 78 anni,  i portuali di Trieste caricati per ordine di un governo di sinistra, i giovani che commemorano i caduti di Acca Larentia, o i giovani caricati  dalla polizia per ordine di un governo di destra a Pisa. 

Non si tratta di analizzare se gli “oppressi” siano “nostri o “loro”, e nemmeno se siano di “destra” o di sinistra,  si tratta di capire dove sta la ragione, e quasi mai è dalla parte dei potenti.

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