L'ultima Italia: l'Italia dei Draghi

Che gli Italiani siano “un popolo” che non ha mai goduto di legittima sovranità nazionale è forse noto da tempo.

L’Italia ha avuto una serie lunghissima di rappresentanti “d’Oltralpe e d’Appennino” che l’avrebbero relegata allo straniero. Tralasciando nei dettagli la sua storia arriviamo – con tutte le metastasi del caso – ad oggi il tempo in cui la “politica” relegata al solo ruolo delle sedute in parlamento mobilita anche i rappresentanti di quel mondo che è scappato da se stesso  -ovvero il “capo del clochard” – a chiedere al sig. Draghi di restare perché con lui il vagabondaggio ha avuto maggiori tutele e benefici.

C’è da rabbrividire quando perennemente colonia di quell’ Impero d’America del quale siamo parte integrante dal 1945 ad oggi non sia restata nemmeno l’ombra politica di azioni e di pensiero di uomini  che, pur schiavi dell’ occupante vincitore, hanno saputo alzare la testa davanti ai dettami d’America ed Europa portando una nazione a non piegarsi in toto.

Oggi la stessa, passata l’ondata giustizialista del “ Pio Albergo Trivulzio” e il varietà dei pagliacci della seconda repubblica si ritrova lontana anni luce anche solo dall’ auspicare che su i banchi del parlamento o del senato, esautorati entrambi , possa riecheggiare anche solo l’ombra di un Craxi punito per se e per gli altri.

Il Sign. Draghi, i suoi, se li difende a spada tratta e li ringrazia pure del “ servigio” reso all’ Italia mediante aumento dei prezzi, del caro carburante, della inflazione galoppante, dell’ aiuto all’ Ucraina, benedetta a stelle e strisce, e le conseguenti sanzioni alla Russia che stiamo pagando e pagheremo noi tutti con il caro energia e di una campagna vaccinale tra le peggiori che la storia della medicina da Esculapio ad oggi potesse annoverare. Insomma se il buon Padre Dante si fosse trovato a scrivere l’inferno della sua Commedia Divina siamo sicuri che non avrebbe dovuto dare adito a così tanta immaginazione: sarebbe bastata una passeggiata tra le reti TV e una lettura anche veloce dei giornali allineati quasi tutti.

Perché “ Mario Draghi è forte; Mario Draghi piace”; Mario Draghi serve a quella larga fetta di Italiani che è rimasta a galla sempre per i reiterati impicci e imbrogli che è riuscita a fare a discapito del prossimo prima conterraneo poi anche extra comunità su cui ha guadagnato e guadagna con la fervida ipocrisia della inclusione e della tolleranza mascherata dai dettami Scheghen.

E così quel lauto gruppo di “ scappati de casa” del PD e di Italia Viva, partiti nati dalle ceneri ancora ardenti di Monte dei Paschi e Banca Etruria e non da una certa dignità che ancora vi era di via delle Botteghe Oscure, gli stessi, dicevo, mettono in piedi la macchina del consenso al pari di quel “Berluska” di cui, anni addietro, hanno criticato tutto e di più imparandone poi metodi e mezzi della propaganda stessa che oggi ci vengono a propinare con la stessa verve tipica dei salvatori della patria.

Uno spettacolo prima ancora che squallido, dalle tinte grottesche segno che non solo si è fatta ben poca storia della Costituente e annessa Costituzione, ma ancor meno, rispetto a prima quando c’era una vera scuola politica di cui oggi non resta nemmeno l’appendiabiti.

Le larghe intese figlie non di quella concertazione che si ha davvero tra uomini “liberi e colti” ma tra mercanti del tempio protesi tutti alla liquidazione di quel pezzo di terra chiamato penisola che non riusciremo mai – grazie soprattutto a loro – a chiamare nazione.

Una volta si sarebbe urlato allo scandalo se si fosse visto un infermiere fare il medico; oggi altresì è quasi l’infermiere più importante del medico perché almeno lui opera sul campo e vive di esperienza. Ma nella politica ? nella politica che ha distrutto in meno di un cinquantennio proprio trasporti, cultura e sanità cioè i tre pilastri su cui si dovrebbe fondare tutta la società civile, che cosa resterebbe della stessa? Ve lo dico io nella mia modesta visione: nè il medico nè l’infermiere ma solo il vaccino; quell’ elisir che fa bene a tutti e non cura nessuno.

Ecco Draghi da tecnico è esattamente questo; un Monti senza la rigidità e di gran lunga anche più simpatica alla vulgata; che si finge tollerante e inclusivo, liquido come la società e la “ politica “ che lo sponsorizza e si “ vende anche la madre” per tenerlo lì perché meglio di lui non saprebbe che fare e che dire, e perché non sa nemmeno prendersi la responsabilità di quel che al posto suo dovrebbe andare a dire o a fare.

Non c’è da meravigliarsi quindi se, surrealismo del surrealismo, i signori “largointesisti” optino per chi li aiuti a mettere la faccia da questa troika evidente di cui nessuno parla ma è pari se non peggiore di quella Greca di anni fa; perché possa esserci sempre e comunque anche un capro espiatorio, uno su cui dire senza farsi riconoscere di aver affermato l’esatto contrario prima; “io l’avevo detto che prima o poi con questo governo saremmo arrivati alla fine” e con facile mossa dissuasiva appoggiarlo poi perché tutto ciò si verifichi.

Eravamo “partiti” (si fa per dire) con l’ombra di Conte e siamo arrivati alla notte di Draghi e nel buio della notte hanno acceso i lumini delle firme chi a tutto ciò ci ha condotto; quando il sole a cui nessun evento può impedire di sorgere, sarà alto nel cielo ci troveremo come alberi in autunno spogli perfino di noi stessi.

Sarà quell’ultimo atto d’Italia che precederà il nulla a cui ci siamo abituati.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

Leggi tutto...

La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

Leggi tutto...

Questo sito si serve di cookies tecnici e di terze parti per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookies.