Amare pillole (dopo i pasti)

Quale destra all’Italia?

Nel sistema proporzionale tutti perdono e quindi tutti vincono. Consegnata la sconfitta brevi manu al “cambia t-shirt Salvini” con il flop del Referendum e liquidati in parte il “giustizialismo” dei 5 stelle (riconoscibili più in “Francia e Spagna purchè se magna” che in quelli del Parlamento come” una scatoletta di tonno”) avanza il partito di Giorgia Meloni “Fratelli d’Italia” che cavalcando la tigre dei malcontenti di varia natura si piazza nelle comunali con dei discreti risultati.

Intanto dovremmo sorbirci –sebbene il “ governo degli scappati de casa”  con il signor Draghi continui a negare l’evidenza -  uno spread che sale una curva del contagio che scende ma che si vuol far salire a tutti i costi e una campagna vaccinale che verrà riproposta in pompa magna e ancora più inasprita tra i mesi di metà settembre inizi ottobre dopo che ci diranno che i contagi sono stati determinati probabilmente dal concerto di Vasco Rossi al Circo Massimo o quello di Cesare Cremonini a San Siro oppure dal fatto che in finale quando “  i pagliacci hanno finito di giocare” (virologi compiacenti)  qualche docente quella mascherina non l’ha voluta proprio mettere nemmeno ai maturandi 2022 determinando così una oscillazione della curva epidemiologica in stato di default (come si direbbe oggi) nel “non più autunno” in arrivo.

Oppure la buona novella verrà dal COPASIR? che già nella funambolica puntata di Porta a Porta andata in onda l’8 giugno 2022 ha rivelato la sua verità su tutti i presunti seguaci di Putin al possibile rublo russo seguaci che si sarebbero macchiati (come forse anche il sottoscritto) di “simpatie” filo Duginiane o di un pensiero avulso dalla vulgata della comicità Zelenskyana votata alla “politica” atlantica vera e probabile causa di certe funamboliche indipendenze?

In tutto questo la Meloni, che, da una parte strizza l’occhio a Biden schierandosi insieme all’esautorato parlamento Italiano nell’osceno abbraccio al leader ucraino, dall’altra finge un’opposizione di comodo, esce con qualche percentuale in più anche per la contrazione dei votanti e pensa che da un Comune possa partire fischiando un sasso …

Staremo a vedere, non con le mani in mano si intende (datosi che i “captivi” siamo sempre e solo noi) consapevoli e maturi che di tutte le promesse si riuscirà piano a risalire l’abisso e a ristabilire un punto di equilibro nei riguardi di una società sempre meno sociale e di una politica più nazionale che filo atlantista o europea.

Nutriamo i nostri ovvi dubbi perché siamo anche consapevoli del fatto che chi tradisce una volta tradisce sempre.

 

Immagine: https://www.repubblica.it/


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (24 July 1895 – 7 December 1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’era dell’Uomo, pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, e un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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