L'ideologia liberista: un mostro [2]

Il liberismo, come ideologia, proprio per la sua impostazione è la causa prima della decadenza morale, e del lassismo totale nel rapporto tra gli uomini. Non è marcia solo la casta dei politici, questi sono solo l’espressione politica di una società marcia: sono marci i magistrati, sono marci i giornalisti, sono marci  gli imprenditori. Sono diventati corrotti e corruttibili tutti. Chi non ha cercato una raccomandazione per avere un posto di lavoro o una casa o per vincere un concorso o semplicemente per non fare la fila alle poste, in banca o all’ospedale? Sono diventati atti normali nella vita odierna; tranne rarissimi casi tutti abbiamo fatto ricorso a queste scorciatoie non rendendoci conto che in questo modo danneggiavamo gli altri.

Sono queste banalità, che oggi accettiamo tutti, che hanno corrotto la società nel profondo della sua essenza ,che poi hanno prodotto quella corruzione diffusa e quel malcostume essenziale che porta i guasti in tutte le istituzioni. Sono questi i prodotti della concezione liberista della vita, il nume tutelare del sistema di potere attuale.

Il capitalismo delle origini, quello produttivo, aveva deificato un dio laico e tremendo: il profitto, ma ancora lo si doveva conseguire rispettando alcune regole che venivano fuori dal senso etico e in alcuni casi lo stato è riuscito a moderare il potere dei più forti con la forza del numero. Poi lo sfruttamento dei più deboli è diventata norma e con l’avvento del capitalismo finanziario, basato su carte prive di qualsiasi valore effettivo, siano essi soldi o azioni, si è debellato il senso stesso dello stato ed i politici, in particolare quelli italiani, sono diventati, come diceva il grande Giacinto Auriti, i camerieri dei banchieri.

Tutti oggi parlano di difesa dei valori, di perdita dei valori, di mancanza di valori, perché tutti sentiamo la necessità di collegare la nostra esistenza a qualcosa di più profondo e meno effimero  dei valori monetari. Nessuno però denuncia il liberismo come l’ultimo mostro ideologico ereditato dai secoli passati e causa prima di questo irrefrenabile declino delle società. Anzi si elogia e si esalta questa aberrante dottrina, priva di umanità, priva di senso civico, priva di anima. La stessa chiesa cattolica sembra aver piegato le proprie alte insegne a questo mostro demoniaco rinunciando alla sacralità del rito e dei ruoli per ridurre il tutto al commercio delle anime ed allo strumento della comunicazione per cui non è importante educare le masse ai valori fondamentali, ma è più importante assecondare le pulsioni delle stesse per avere numeri e popolarità. Poi si chiedono perché c’è la crisi delle vocazioni.


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (1895 -1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’"era dell’Uomo", pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, ed un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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