Povero zio Martin (Heidegger)

“Ognuno ha la libertà che gli spetta, misurata dalla statura e dalla dignità della sua persona. (Julius Evola da Gli uomini e le rovine, Edizioni Mediterranee)

Il filosofo di Friburgo Martin Heidegger, dopo essere passato dalla “destra“ delle sue convinzioni alla sinistra di chi lo osannava nell’ambito della creazione di un certo tipo di “pensiero debole“, oggi ricade inevitabilmente nell’ oblio dei suoi “quaderni neri” . La sorte era toccata al suo quasi conterraneo (almeno come regione linguistica) Friedrich Wilhelm Nietzsche mai sub-portato nelle scuole come dovuto e mal digerito da chi decise di travisarne pensiero, follia e contenuti.

 Vani furono anche gli sforzi di Mazzino Montinari e Giorgio Colli quando lo si stava traghettando per una qualsivoglia ragione verso i vertici ideologici di “Botteghe oscure”.

Ma l’uomo non è nulla e non può nulla contro il vortice dei “poteri forti” o del “pensiero dominante”.

Sia che si tratti di democrazia travestita o di dittatura “a viso aperto”.  

Quanti Asor Rosa ci sono voluti nella letteratura italiana e nella italianistica in generale per farci prediligere degli autori piuttosto che altri? e quanto sia stata “politically correct“ la visione che un certo tipo di sinistra dal “6 politico “ ha dato e sta dando oggi a quello che lei stessa classificò come libero e accessibile pensiero? Scorrere tutta una cronistoria costellata da ciò che sia stato giusto portare sui banchi di scuola è impresa a dir poco titanica ma se i nostri figli o le generazioni precedenti  ricordano a tutt’oggi e arrivano a prediligere un Hegel o Kant ad uno Schopenhauer e abbiano avuto modo di confrontare la loro visione filosofica ( che è in realtà è visione di “ storia della filosofia” ) con un sistema di natura prettamente Newtoniano-progressista vicino a quel ’68 che per distruggere un mondo che inevitabilmente doveva cambiare è arrivato a distruggere anche se stesso ( oggi le cause una tra tutte non si studia più sui testi ma su compendi più o meno strampalati) non ci meravigliamo se poi “tutto ciò che è razionale è reale “ si riversa su convinzione che seppur giuste andrebbero almeno discusse obbligatorietà di certi vaccini non solo medicinali compresi …

Ma tra le righe mi fermo perché anche il povero Giacomino (Leopardi) ebbe a suo tempo i suoi detrattori. In realtà furono ben più quelli a farlo divenire famoso e finanche osannato che quelli che ne condividevano parte della sua visione “pessimistica” della vita di questo essere sbattuto sulla ombra oscura di madre terra.

Così andando di palo in frasca Pasolini in un primo tempo “porta bandiera di una generazione “ribelle” che secondo gli stessi poi “venne comprato dalla CIA venduto ai radicali” e Ignazio Silone e Giovanni Gentile radiato dai libri di storia e in parte di filosofia fautore di una riforma che sebbene potesse avere dei limiti a ciò a cui abbiamo assistito con l’avvento di questo 21 secolo in Italia sembra essere stata di una lungimiranza migliore di quella di Nostradamus. E poi da Renzo De Felice o Indro Montanelli da Nino d’Aroma allo stesso Mario Michele Merlino e a tutti coloro che assieme al Giordano Bruno pur venendo da “un ordine “non si sono conformati completamente alla ortodossia di esso. Finiti sulla fiamma ardente di chi deteneva e detiene il potere di “come conoscere cosa”.

Qualcuno ha pagato caro qualcun altro no; la vera umiliazione per questo essere umano che si sente come si sentiva un di “Summa Scientia Certior” inevitabilmente decade nel più grottesco clientelismo da prêt a porter. E dovremmo forse aspettare una sola stagione di fame per tutti i critici filosofi filologi opinionisti e quant’ altro per sentirci dire“ beh tutto sommato quei sentieri interrotti portano comunque ad una “via” e non è -  per i tempi che corriamo – cosa da poco.

 

 

 

 


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (1895 -1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’"era dell’Uomo", pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, ed un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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