Il ruolo dell'Italia - 2

Abbiamo definito, nell’articolo del 10 novembre, le modalità di risveglio e ripresa delle capacità intrinseche del nostro popolo, da me definite come patrimonio immateriale, la cui conservazione e trasmissione alle nuove generazioni è ancora possibile, nonostante sia sotto attacco da parte di potenze straniere che utilizzano traditori nostrani, frequentemente allocati anche in ruoli di governo.

Questa definizione è fondamentale perché chiarisce le prime cose da realizzare immediatamente, ovvero salvaguardare e trasferire quell’enorme patrimonio impalpabile ma di straordinaria potenza, per riacquistare per l’Italia quel ruolo fondamentale che ci è stato assegnato dalla storia e dalla collocazione geografica.

È, come dicevo, un ruolo fondamentale, non solo per l’Italia, ma per l’intera umanità. Basti osservare le condizioni a dir poco deprimenti della società in cui viviamo, talmente degradata da dover sperare nell’avvento di culture barbare e lontane dal nostro sentire, come quella schiavistica cinese, per scacciare dalle nostre città la subcultura anglosassone dominante.

In tal modo individuiamo il primo ruolo che compete all’Italia che è quello culturale. Un ruolo fondamentale, lo si capisce subito. Basta porsi alcune domande semplici: preferiamo che i nostri figli abbiano possesso della volontà di ricerca delle ragioni profonde della vita o, come accade oggi, si lascino vivere senza porsi i problemi reali dell’esistenza, abbandonandosi allo sballo senza senso, alla corsa sfrenata verso il nulla o, nella migliore delle ipotesi, alla ricerca disperata di un lavoro o di una occupazione che possa portare loro le effimere soddisfazioni del consumo senza fine, sempre più difficile da raggiungere e causa prima dell’insoddisfazione? Vogliamo che i nostri figli vivano una vita senza senso, senza riferimenti certi, senza limiti o si pongano i temi che la complessità della natura umana pone ricercando il giusto equilibrio tra le esigenze materiali del nostro fisico e le necessità di approfondimento interiore del nostro spirito?

Le risposte a tutto questo sono nei millenni di ricerca e di studio dell’umanità, sono nei confini precisi e determinati che ci pone l’etica, sono nei temi fondanti della filosofia, sono nell’interpretazione profonda della storia, sono nei dogmi e nelle regole della religione, sono nel senso profondo del sacro che è in ognuno di noi.

Questo si chiama cultura, elemento fondante di civiltà.

E noi siamo stati nei secoli portatori di cultura e creatori di civiltà.

Non serve ripercorrere la storia per avere conferma di questo, basta citare alcune fasi salienti: Roma, repubblicana ed imperiale, culla del diritto, pax romana; Roma, sede centrale di irradiazione del cristianesimo cattolico; la potenza dei Comuni; le Repubbliche marinare, Venezia in primis; il Sacro Romano Impero; Federico II di Svevia, stupor mundi; Dante, l’umanesimo, il Rinascimento, fino al secolo scorso con i grandi nomi che lo hanno animato, Gentile, Croce, Spirito, Evola, Pirandello, Fermi, Maiorana…Pasolini. Poi il silenzio, la mediocrità tranne qualche rara eccezione. Perché?

È il cielo d’Italia, è la terra, sono le stupende acque, non so cosa è ma l’Italia ha generato tutto questo e molto di più.

Dobbiamo tornare ad essere creatori di cultura, liberandola dal mercato e dal liberismo imperate, allontanando gli sfruttatori politici, soprattutto quelli della pseudo sinistra che ha occupato tutti gli spazi nel nome di un tornaconto personale, ormai esclusivamente di natura economica.

Anche questo è difficile da realizzare, ma si può fare, sia perché la cultura italiana, quella vera, quella profonda, vivacchia nelle viscere delle nostre città più creative, nascondendosi nei nobili panni della cultura popolare, sia perché la gente sente il bisogno di pensieri forti, di certezze, di futuro, di bellezza, di serietà.

Ma il ruolo dell’Italia non si esaurisce in questo compito fondamentale. Può e deve andare oltre e… lo vedremo.

 

Immagine: https://movery.it/


Editoriale

 

Il bene e il male

di Adriano Tilgher

È un mondo confuso quello che ci circonda. Ho visto il filmato di un uomo vestito da donna, che, secondo la lingua dei barbari, preferisce definirsi “drag queen”, mentre racconta a dei bambini o poco più che bambini, che il mondo è cambiato, che le vere favole non sono più quelle che ci hanno raccontato i nostri nonni o i nostri genitori, ma sono quelle nuove che raccontano di un’umanità in trasformazione, dove i sessi, contrariamente a quello che ci ha insegnato la natura, non sono solo due ma molti e molti di più (dimenticando che quando si parla di sesso, secondo la natura, si intendono manifestazione e funzione dello stesso e non le differenti pulsioni o deviazioni o perversioni di ognuno).

Leggi tutto...

La Spina nel Fianco

 

La meglio gioventù

1º ottobre 1950, nasce a Milano Marco Tullio Giordana, regista, sceneggiatore e scrittore italiano fuori dagli schemi, che seppur proveniente da quell' “intellighenzia" sinistra che ha dominato il mondo della cultura italiana sin dalla fine della seconda guerra mondiale, nelle sue opere dimostrerà un inusitato coraggio ad affrontare temi controversi, e a portare sullo schermo, autori altrettanto controversi, rappresentando forse più di tutti gli altri registi contemporanei, un reale spaccato della vita, dell'arte e soprattutto della politica del nostro Paese. Capacità di analisi dovuta presumibilmente dalla sua formazione accademica. (facoltà di lettere, indirizzo antropologico). Trasferitosi da Milano a Roma per motivi di studio, già da studente universitario collabora alla realizzazione del film di montaggio di Roberto Faenza "Forza Italia" , un film documentario del 1977 sulla situazione politica dell'Italia nel dopoguerra realizzato utilizzando spezzoni di documentari dell'istituto luce ed altri filmati relativi alla storia italiana dal 1945 fino alla metà degli anni settanta. Il titolo coincide (fortuitamente ?) con il nome dell'omonimo partito politico fondato da Silvio Berlusconi diciassette anni dopo. Nel 2011 Faenza sarà autore del docufilm Silvio Forever.

Leggi tutto...

Questo sito si serve di cookies tecnici e di terze parti per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookies.