Le chiavi di casa

Le abbiamo perse nel 1945 quando abbiamo perso la guerra e da allora non siamo più riusciti ad ottenerle.

È sempre stato il sogno di noi adolescenti possedere le chiavi di casa e quando le abbiamo ottenute ci siamo subito sentiti più adulti.

Purtroppo noi, come popolo, le abbiamo perse in seguito a quella disastrosa guerra che qualcuno ha anche provato a dire che abbiamo vinto per il vergognoso cambio di casacca. Qualcuno potrebbe obiettare che è inutile rivangare polemiche antiche; ma è proprio metabolizzando gli errori del passato che possiamo rivitalizzare la nostra identità comunitaria ormai perduta.

In questi lunghi decenni trascorsi dal 1945 alcuni uomini, anche se da me politicamente non condivisi, hanno provato a riscattare l’Italia e a ridarle un volto autonomo ed una nuova identità, ma sono finiti tutti male. È il caso di Enrico Mattei che incaricato di liquidare la fascistissima AGIP, ne fece invece una multinazionale del petrolio e, con la sua creatura, l’ENI, diventò un concorrente serio delle famigerate “sette sorelle” che si spartivano il controllo mondiale dell’energia. Questo consentì la rinascita dell’Italia con il famoso “boom” economico; ma questo portò anche all’attentato che uccise Mattei.

È questo il caso anche di Aldo Moro, che, cercò a modo suo, di dare una linea politica autonoma all’Italia e finì sequestrato ed ucciso dalle Brigate Rosse. Ma è anche il caso di Bettino Craxi che tentò di ridimensionare l’invadenza americana in Italia e di impedire la privatizzazione totale della Banca d’Italia, decisa fuori dai nostri confini con la complicità di alcuni traditori nostrani. Craxi, come tutti sappiamo, è morto in esilio, come unico capro espiatorio di un sistema di finanziamento dei partiti che era proprio di tutti i partiti.

Oggi, in politica, non c’è più nessuno che aspiri ad avere le chiavi di casa, i nostri politici sono contenti di essere presi per i fondelli ed umiliati dagli emissari dei poteri forti o delle nazioni che desiderano prendersi l’Italia e ci stanno riuscendo. Anche quelli che, per squallidi motivi elettorali, si definiscono patrioti, non amano la nostra terra. Non denunciano la sua profanazione, ma corrono a iscriversi a quegli istituti internazionali attraverso i quali i nostri padroni dettano il modo di demolire la nostra Italia, come l’Aspen Institute. Sono gli stessi che candidano Berlusconi alla Presidenza della Repubblica e lo definiscono patriota, chiarendo così il concetto che loro hanno del patriottismo.

Invece esiste una società di valorosi che sta scendendo in campo per salvare l’Italia dalla dissoluzione: professionisti di valore che hanno dato vita, il 3e il 4 gennaio u.s., ad una due giorni significativa con dibattiti ed interventi di spessore che hanno fatto vedere un’Italia di qualità pronta ad esporsi ed assumersi impegni e responsabilità per amore della nostra terra. Gente dalle più diverse provenienze politiche unite solo dall’amore per la nostra terra ed il nostro popolo e per la tutela delle libertà fondamentali di tutti.

Sono i prodromi di una nuova identità che può e deve caratterizzare l’Italia del futuro, quella che risorgerà dalle ceneri che questa genia di nuovi barbari, venuti da Parigi, da Londra o dalle capitali internazionali della finanza, hanno lasciato. Una buona notizia in un periodo in cui gli stregoni dell’inoculazione forzata stanno dando gli ultimi colpi di coda per assoggettare i numerosi focolai di resistenza.

Spero che lo scontro non degeneri e che tutto finisca presto; devo però ricordare a tutti che il nemico non è il Covid ma ciò che dietro il terrorismo di stato si sta nascondendo ovvero la dissoluzione dell’Italia.

Non mi aspettavo una così numerosa e agguerrita resistenza da parte degli Italiani alle imposizioni senza senso, né scientifico, né giuridico, ma solo politico.  Sono gli Italiani che chiedono a viva voce di riavere le chiavi di casa.

Spero che lo comprendano anche i vaccinati perché l’Italia deve essere una ed indivisa.

Con questo auspicio si apre un nuovo e diverso 2022.

 

Immagine: https://illuminations-edu.blogspot.com/


Editoriale

 

Il bene e il male

di Adriano Tilgher

È un mondo confuso quello che ci circonda. Ho visto il filmato di un uomo vestito da donna, che, secondo la lingua dei barbari, preferisce definirsi “drag queen”, mentre racconta a dei bambini o poco più che bambini, che il mondo è cambiato, che le vere favole non sono più quelle che ci hanno raccontato i nostri nonni o i nostri genitori, ma sono quelle nuove che raccontano di un’umanità in trasformazione, dove i sessi, contrariamente a quello che ci ha insegnato la natura, non sono solo due ma molti e molti di più (dimenticando che quando si parla di sesso, secondo la natura, si intendono manifestazione e funzione dello stesso e non le differenti pulsioni o deviazioni o perversioni di ognuno).

Leggi tutto...

La Spina nel Fianco

 

La meglio gioventù

1º ottobre 1950, nasce a Milano Marco Tullio Giordana, regista, sceneggiatore e scrittore italiano fuori dagli schemi, che seppur proveniente da quell' “intellighenzia" sinistra che ha dominato il mondo della cultura italiana sin dalla fine della seconda guerra mondiale, nelle sue opere dimostrerà un inusitato coraggio ad affrontare temi controversi, e a portare sullo schermo, autori altrettanto controversi, rappresentando forse più di tutti gli altri registi contemporanei, un reale spaccato della vita, dell'arte e soprattutto della politica del nostro Paese. Capacità di analisi dovuta presumibilmente dalla sua formazione accademica. (facoltà di lettere, indirizzo antropologico). Trasferitosi da Milano a Roma per motivi di studio, già da studente universitario collabora alla realizzazione del film di montaggio di Roberto Faenza "Forza Italia" , un film documentario del 1977 sulla situazione politica dell'Italia nel dopoguerra realizzato utilizzando spezzoni di documentari dell'istituto luce ed altri filmati relativi alla storia italiana dal 1945 fino alla metà degli anni settanta. Il titolo coincide (fortuitamente ?) con il nome dell'omonimo partito politico fondato da Silvio Berlusconi diciassette anni dopo. Nel 2011 Faenza sarà autore del docufilm Silvio Forever.

Leggi tutto...

Questo sito si serve di cookies tecnici e di terze parti per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookies.