Il sistema bancario

di Adriano Tilgher

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, il potere è nelle mani della finanza e uno dei più importanti strumenti in suo possesso è il sistema bancario. Le banche infatti servono per determinare chi deve sopravvivere e chi no, chi può accedere al credito e chi no, per sottrarre attraverso meccanismi distorti il risparmio degli italiani, che era una grande risorsa, e per tenere sotto ricatto la classe politica con la complicità della classe politica stessa. Infatti quante imprese, quante attività sono state distrutte da improvvise richieste di rientro dei prestiti o degli scoperti? Quanti si sono dovuti rivolgere agli strozzini per fare fronte a queste richieste improvvise? L’attività economica in Italia è un deserto, sia per le vessazioni di Stato che fra tasse e difficoltà burocratiche (per non parlare di “pizzi” e tangenti) hanno costretto alla chiusura o alla fuga imprese e persone, sia per le azioni destabilizzanti e ricattatorie del sistema bancario.

Quanti artigiani e commercianti hanno dovuto chiudere per l’impossibilità di accedere al credito? Quanti giovani hanno dovuto rinunciare ad espletare attività economica in proprio per mancanza di finanziamenti? Quante coppie hanno dovuto rinunciare a sposarsi o ad avere figli per la mancanza degli elementi base per costruirsi un futuro? E’ chiaro che questo è stato un piano studiato a tavolino per distruggere l’Italia e farne terreno di conquista per altri con la complicità ovviamente della sedicente classe politica. Mai come in questi casi è evidente l’attività strumentale delle banche. La più grande forma di risparmio italiano è stata la casa. Oggi, secondo ultime statistiche, in Italia vanno all’asta 37 immobili ogni ora. Sono cifre pazzesche! Soprattutto se si considera l’enorme numero di immobili ormai finiti nelle mani delle banche e non ancora poste all’incanto. Tutto ciò sta sottraendo gradualmente i risparmi italiani con la complicità ovviamente di chi occupa indegnamente il ruolo di politico. A questo dobbiamo aggiungere le rapine sistematiche che si realizzano con il mercato borsistico che funziona un po’ come il mercato della droga. Si lusinga con le rime vincite per poi bastonare sonoramente. Questa strumentalità delle banche trova riscontro anche nella schedatura sistematica e centralizzata di tutti coloro che si avvicinano alla politica. Sapere se si svolge attività politica, è ormai diventata una domanda essenziale per avere rapporti con le banche. Spesso la risposta è già inserita nel sistema e si creano blocchi automatici e difficoltà di gestione anche per cifre insignificanti. Addirittura gli imprenditori che volessero essere vicini a qualche forza politica, avrebbero difficoltà, oltre quelle già esistenti, per la propria impresa. Questo è frutto di leggi emanate dai politici stessi sotto la pressione dei “media” per difendersi dalle accuse di corruzione, ma che colpisce solo chi non diventa strumento, come i recenti scandali bancari dimostrano. In conclusione il sistema bancario è un potente strumento di controllo delle persone, delle imprese e del territorio attraverso la schedatura ormai centralizzata per tutte le banche e con la capillare presenza nei più piccoli borghi, quasi sempre con più di una filiale.  Un controllo più stringente di quello di polizia e carabinieri, messi insieme, e agevolato anche dalle leggi come quella sulla “privacy” che serve solo a eliminare qualsiasi possibilità di tutela della propria vita privata. Il tutto ovviamente al servizio del potere finanziario.


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (1895 -1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’"era dell’Uomo", pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, ed un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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