Dizionario zoom

Dove “resta” la cultura Il nuovo “Dizionario Biografico degli Italiani”

 L’ 88° del “Dizionario Biografico degli Italiani” ripete, conferma e ribadisce nelle voci di storia contemporanea i difetti e le disfunzioni denunziati nei precedenti volumi: prolissità e faziosità.

    Non mancano poi gli errori: quello più clamoroso attiene nella scheda “Rocca Agostino” il nonno materno.  Seguendo l’essenziale lavoro di Mario Missori, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d’Italia p.367, si chiamava Felice Sismondo (1836 – 1912) e non Filippo ed aveva ricoperto la carica di comandante dell’Arma dei Carabinieri tra il 1900 ed il 1904 e non tra il 1904 e il 1908.

   Le pagine 70 – 73 e 73 – 76 sono dedicate a 2 affettuose e reverenti voci, attinenti il fondatore del Partito della sinistra cristiana, dopo l’uccisione di Moro, critico per lo strappo con l’Unione Sovietica, Franco Rodano, e il pedagogo, “fortemente connotato ideologicamente”, Gianni Rodari.

   Non può sfuggire, segno del timbro politico vincolante, la presenza solo nell’edizione on line della rivisitazione dello storico monarchico Niccolò Rodolico.  

  Inelegante e maligna nel profilo dedicato al grande filologo Ettore Romagnoli, macchiato dalla sua adesione al fascismo, la sottolineatura dei funerali svoltisi “a spese del governo”.  

    All’opposto è da respingere per l’aprioristico settarismo il profilo riguardante Rosario Romeo “sempre aspramente anticomunista”, predisposto da Paolo Macry.

   Scontati e segnati da un indelebile marchio ideologico risultano i tributi  adulatori, riguardanti artisti organici ai disegni egemonici della sinistra, a preti “rossi”, a politici del PCI o a “rivoluzionari” utili alla causa, quali Luca Ronconi, Luigi Rosadoni, Francesco Rosi, Roberto Rossellini , Mauro Rostagno e Giovanni Roveda.

   Le 10 colonne della voce “Ernesto Rossi” attengono ad un uomo, sinceramente idealista ma soprattutto sognatore, vessillifero di ideali utopistici.


Editoriale

 

L'Italia ha bisogno di te

Di Adriano Tilgher

Veramente ci vorrebbe una chiamata alle armi per salvare l’Italia e per rimettere in campo le enormi capacità di cui dispone come popolo e le qualità notevoli che ci hanno fatti grandi nei secoli. Rimanere inermi osservatori dello scempio, che stanno facendo di noi e delle nostre indiscutibili radici culturali, non è più possibile. L’immagine che i principali media danno del nostro popolo è veramente sconvolgente.

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La Spina nel Fianco

 

Ode al fido Grunf

Aprile 1967, esce nelle edicole italiane il numero 93 del fumetto “nero” creato da Magnus e Bunker, “Kriminal”, dal titolo "Festa happening". Il fumetto nero italiano fu un genere di fumetto che esordì’ nel 1962 con il personaggio di Diabolik, seguito da Kriminal, Satanik ed altre decine di epigoni. Propose un ribaltamento della morale corrente, i protagonisti non erano gli eroi buoni de "Il Vittorioso" né gli eroi del fumetto statunitense, bensì ladri, e spietati assassini, che fecero gridare allo scandalo, Chiesa, media, Democrazia Cristiana e in parte anche l’intellighenzia di sinistra, tant’è che il fenomeno attirò l'attenzione del potere giudiziario che temeva la carica eversiva di questo genere di pubblicazioni. Furono anni di censure, sequestri, roghi, ed arresti e gli autori, furono costretti ad ammorbidire toni e trame per evitare il carcere, facendo perdere al fumetto la propria carica innovativa.

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