Rivoltare il tavolo Rivoltare il tavolo

di Adriano Tilgher

Una volta individuato il nemico, va evitato e neutralizzato con tutte le forze. Il liberismo è una peste sociale ed è il nemico.

Tutti coloro che si schierano sotto l’egida del liberismo sono al servizio del nemico e, non importa se si definiscono di destra o di sinistra, sono comunque nemici dell’umanità.

Avere ben saldo questo principio è il primo passo per affrontare tutti i gravi problemi che travolgono la nostra quotidianità: tocca tornare ad essere i protagonisti del nostro futuro e non restare dei meri consumatori, altrimenti ci sono i popoli emergenti molto più numerosi di noi e quindi molto più appetibili da chi cerca solo mercati da utilizzare.

Se non capiamo, che siamo poco richiesti come consumatori e quindi destinati ad essere o sostituiti o incrementati artificialmente con l’immigrazione forzata, saremo abbandonati ad un destino di fame e di miseria.

Le uniche cose che interessano sono i nostri stupendi territori e il nostro infinito patrimonio culturale, anche senza di noi, per creare paradisi artificiali per i ricchi del pianeta, visto che noi non abbiamo saputo e voluto farlo.

Ma queste ricchezze senza i nostri uomini e le nostre donne non sono fruibili compiutamente. Il genio italico è fondamentale per questo e per tante altre cose.

Il popolo italiano è stato capace di cose eccellenti quando ha avuto ottimi esempi e di cose spregevoli quando i riferimenti sono diventati spregevoli. Quindi è necessario ricreare degli esempi nei quali valga la pena riconoscersi, sono esempi che già esistono ma cui va dato il giusto ruolo politico e sociale. L’importante è riconoscerli e riconoscersi; per questo è fondamentale un serrato confronto tra pensieri forti anche discordi, perché proprio dal confronto può nascere quella chiarezza, che porti ordine nella confusione drammatica di valori e principi che esiste oggi.

E’ l’unico modo per uscire da questa situazione apparentemente senza sbocchi e ridare un futuro per le nuove generazioni.

Uno dei problemi sul tappeto è la denatalità che, forse, agli inizi era dovuta ad un egoismo strisciante delle giovani coppie, ma oggi è frutto della paura di mettere al mondo delle creature che vengono abbandonate a se stesse senza la prospettiva di una ragione concreta del vivere.

In questo modo, piano piano, emergono i veri problemi della politica: restituire certezze, valori e ottimismo verso un futuro, ridare speranza, rendere validi i motivi per cui occorra vivere e aprire ampie possibilità per i giovani. Si badi, le possibilità sono sicuramente anche di lavoro, ma sono soprattutto di poter esprimersi ed incidere nella società; cosa sicuramente impossibile, se a determinare la vita sono coloro che in nome del mercato e del profitto decidono come si debba vivere condizionando le scelte di tutti E’ questa la ragione prima per cui la scuola deve essere solo tecnica, la famiglia deve essere smembrata, lo stato deve essere demolito, la corruzione deve dilagare e la politica deve abbassarsi a livello di semplice amministrazione dell’esistente, magari amministrando male e scorrettamente.

Sono cose semplici da capire ma fondamentali per … rivoltare il tavolo.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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