Babbo Natale shh

Nella società in cui manca Gesù spadroneggiano Babbo Natale e Mamma Befana

E' sempre più arduo spiegare ai piccini che Gesù bambino non è Babbo Natale da giovane. Questo perché la scuola elementare assolve sempre meno alla propria funzione. Forse perché i fanciulli vi giungono già confusi dalla pressante frenesia commerciale. Quella che vede nel Natale “un modo per risollevare il mercato interno...l'economia”. In questa visione econometrica la spiritualità cede il passo al consumo, di beni ma anche di sentimenti, amicizie, frequentazioni. Gli ideali vengono narcotizzati, e grandi e piccini pensano per un momento che lo Stivale si possa trasformare nel paese dei balocchi.

Il figlio di Dio, nel cui nome si fa il presepe, diventa un veicolo per spalancare la porta di casa ai doni: sciarpe, maglioni, giocattoli, bevande, elettronica, buoni d'acquisto... Così viene taciuto (dimenticato) il fatto che crescendo Gesù abbia deciso di scacciare i mercanti dal tempio. Anzi a qualche commerciante torna utile sovrapporre l'omone rosso con barba bianca al piccino nato in Palestina, le renne a bue e asinello. Un Gesù ridotto a postino, a cui scrivere una lettera di desideri che potrebbe trovare risposta in Babbo Natale o nella sua consorte Befana.

In questa finzione consumistica si rischia (ma è già avvenuto) che il bambino non percepisca (anzi perda) il senso del dono. Deviato da una società che spinge a considerare migliori i genitori che fanno regali più grandi e costosi. E sembra, nonostante l'aumentata e diffusa povertà, sempre più arduo fermare l'acquisto indiscriminato di beni. Intanto l'obsolescenza programmata trasforma anche uomini e donne in eterni bambini in attesa di nuovi cellulari e diavolerie informatiche... si narra possa presto arrivare l'Iphone che trasmette la nostra immagine per ologrammi.


Editoriale

 

L'Italia ha bisogno di te

Di Adriano Tilgher

Veramente ci vorrebbe una chiamata alle armi per salvare l’Italia e per rimettere in campo le enormi capacità di cui dispone come popolo e le qualità notevoli che ci hanno fatti grandi nei secoli. Rimanere inermi osservatori dello scempio, che stanno facendo di noi e delle nostre indiscutibili radici culturali, non è più possibile. L’immagine che i principali media danno del nostro popolo è veramente sconvolgente.

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La Spina nel Fianco

 

Ode al fido Grunf

Aprile 1967, esce nelle edicole italiane il numero 93 del fumetto “nero” creato da Magnus e Bunker, “Kriminal”, dal titolo "Festa happening". Il fumetto nero italiano fu un genere di fumetto che esordì’ nel 1962 con il personaggio di Diabolik, seguito da Kriminal, Satanik ed altre decine di epigoni. Propose un ribaltamento della morale corrente, i protagonisti non erano gli eroi buoni de "Il Vittorioso" né gli eroi del fumetto statunitense, bensì ladri, e spietati assassini, che fecero gridare allo scandalo, Chiesa, media, Democrazia Cristiana e in parte anche l’intellighenzia di sinistra, tant’è che il fenomeno attirò l'attenzione del potere giudiziario che temeva la carica eversiva di questo genere di pubblicazioni. Furono anni di censure, sequestri, roghi, ed arresti e gli autori, furono costretti ad ammorbidire toni e trame per evitare il carcere, facendo perdere al fumetto la propria carica innovativa.

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