I sintomi e la malattia

Non sono un medico ma, fra le cose che mi ha insegnato l’esperienza, so che i sintomi servono a capire qual è la malattia che li ha generati e che colpire i sintomi non vuol dire combattere la malattia.

Ora, tornando sul piano politico, la questione Sea Watch, il problema immigrazione, l’incapacità, o meglio, l’impossibilità di una ripresa economica, la denatalità e il conseguente invecchiamento della popolazione, il costo e la mancanza del lavoro, la crisi della famiglia, il pressoché totale disinteresse verso la nazione e la solidarietà di popolo, l’assoluto distacco dei giovani dalle ragioni della crisi, la mancata difesa in tutti i settori degli interessi del popolo italiano sono solo alcuni dei sintomi della grave malattia che ha colpito l’Italia, e in generale tutta la società.

L’assenza della politica, di cui parlo ormai da anni, si vede proprio dal fatto che si cercano risposte agli effetti fortemente negativi, ma non si tenta in nessun modo di capire qual è la malattia che li genera.

Se non si individua il male difficilmente si potrà debellarne l’effetto, si potrà tuttalpiù contenerne i danni arrecando però ulteriori danni agli altri.

È necessario quindi fare un’approfondita analisi dei sintomi per capire cosa sta accadendo.

La prima cosa che balza evidente agli occhi è l’assoluta inesistenza dello stato italiano, ma anche questo è un sintomo, che potrebbe spiegarne alcuni degli altri. Sicuramente questa mancanza del principio organizzativo e rappresentativo del popolo italiano è in parte causata dall’incapacità di chi dovrebbe dare le indicazioni e i riferimenti, ma, da un’analisi più attenta, si capisce chiaramente che è impossibile credere che da una certa data in poi, parliamo di decenni, si siano alternati al governo ed alla gestione della cosa pubblica esclusivamente persone incapaci.

Neanche possiamo credere che la causa sia la mancanza di un progetto politico alternativo a quello esistente, cosa vera soprattutto per i politici attuali che, pur avendo individuato e manifestato la volontà di combattere i sintomi, non hanno la capacità di ottenere degli autentici risultati.

La verità è che le condizioni in cui versa lo stato italiano sono frutto di un progetto politico preciso che ha come obiettivo la conquista dell’Italia e la neutralizzazione del suo popolo. Il primo obiettivo ha lo scopo di impossessarsi del più bello e più ricco angolo del pianeta, il secondo invece deve neutralizzare un popolo che da solo ha le capacità creative ed intellettuali di interrompere ed opporsi al criminale progetto di alienazione umana attualmente in atto.

Ovviamente tutto nasce perché questo progetto è frutto di una sconfitta militare, da cui i vincitori hanno tratto spunto per neutralizzare per sempre le forze avverse. Mentre alcune nazioni sconfitte hanno saputo, pur assecondando i vincitori, recuperare una loro dignità nazionale, l’Italia, non solo non ha saputo recuperare questa propria dignità ma continua a perpetuare l’esaltazione degli elementi di divisione.

Ci stanno, insomma, insegnando ed abituando a vergognarci di essere Italiani.

Esistono numerosi scritti che individuano il nemico (il potere finanziario, le grandi multinazionali, le associazioni sovranazionali…), la sua ideologia antiumana (neo-liberismo e globalizzazione), le vie da percorrere per opporsi (difesa identitaria, cultura, etica) ma in Italia tutto ciò viene distrutto dai nemici interni. Tutti questi sono i presupposti per un progetto politico alternativo.

Parliamone!


Editoriale

 

Possiamo farlo

di Adriano Tilgher

La situazione sta evolvendo in segno positivo. Se osserviamo con attenzione le cose che accadono attorno a noi, ci rendiamo conto di quanto sia falsa, inutile e depistante la presunta realtà che ci raccontano i media tutti (o quasi) e quanto si stia risvegliando il popolo italiano. Basta un po’ di spirito di osservazione. Iniziano ad essere tante le persone che si sentono in dovere di esprimere il proprio dissenso, a dare la giusta lettura degli eventi, a parlare con linguaggi che sembravano spenti, perduti. Strani simbolismi appaiono anche dalle stanze ufficiali. Cosa fino a ieri impensabile. Qualcosa sta cambiando.

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La Spina nel Fianco

 

Comandante

13 dicembre 1942, il motopeschereccio armato “Cefalo”, di stanza presso la base di "La Galite” in Tunisia, di ritorno da una incursione nel porto di “Bona”, in Algeria, viene attaccato da uno Spitfire inglese, Durante il mitragliamento, vengono colpiti a morte numerosi membri dell'equipaggio, fra cui in comandante. Qui finisce la vita terrena di Salvatore Todaro, pluridecorato Comandante della nostra marina Militare.

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