Iniziamo

Iniziamo. A piccoli passi incamminiamoci sulla lunga ed impervia strada della ricostruzione nazionale.

Il Mondo ha bisogno dell’Europa, l’Europa ha bisogno dell’Italia, ma per il momento il Mondo è mosso da sempre più probabili venti di guerra, l’Europa non esiste e l’Italia è una nazione in via di estinzione.

Il tutto grazie alla globalizzazione, al pensiero unico eterodiretto ed imperante, al liberismo, agli autoproclamati gendarmi del Mondo ed all’ignavia della sedicente classe politica italiana, per non parlare della capacità di corrompere e ridurre in sottomissione da parte di una ignobile oligarchia finanziaria.

Per questo dobbiamo iniziare con piccoli passi e puntare a tirare fuori le idee e le forze con cui ricostruire l’Italia, la sua identità, il suo popolo, capace di grandi possibilità, di grandi slanci ma anche di clamorosi ripiegamenti.

Dobbiamo iniziare a collegarci, a discutere ad organizzarci, tornare a dare una nuova speranza di ripresa; una ripresa che prima di essere economica deve essere culturale, etica, sociale e politica.

Solo tornando a porre al centro della nostra vita l’uomo con il suo universo composito possiamo trovare la forza interiore per rivoltare un tavolo che sta diventando sempre più pesante.

Abbiamo stilato una base di discussione nella quale riconoscersi per poter iniziare a stare insieme, stiamo predisponendo un meccanismo semplice di coordinamento e di collegamento per poter mettere insieme idee, progetti e proposte.

L’importante è capire che lo schematismo del passato è finito; oggi c’è un fronte diverso: da una parte ci sono i distruttori dei cardini della società, dall’altra chi vuole distruggere questa società per ripartire dai valori assoluti dell’uomo.

Ritornare ad un linguaggio antico, ma, proprio per questo nuovo.

Uomo, Donna (tertium non datur), Famiglia, Popolo, Nazione, Patria, Italia, Europa, le Libertà, la Solidarietà, la Pari Opportunità, il Coraggio, la Lealtà…

Parole il cui senso si va perdendo dalle parti nostre perché nessuno le insegna, pochissimi le praticano e i più lasciano che, in nome di una sedicente modernità, venga insegnato come distruggere questi che sono i perni fondanti dell’umanità.

Il che genera quel malessere diffuso che in modo irrazionale si sta sviluppando in tutti noi e soprattutto tra i più giovani.

Il percorso è lungo e difficile, ma se non iniziamo mai arriveremo. Proviamoci.

Se volete partecipare e dare il vostro contributo di idee teniamoci in contatto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 


Editoriale

 

L'Italia ha bisogno di te

Di Adriano Tilgher

Veramente ci vorrebbe una chiamata alle armi per salvare l’Italia e per rimettere in campo le enormi capacità di cui dispone come popolo e le qualità notevoli che ci hanno fatti grandi nei secoli. Rimanere inermi osservatori dello scempio, che stanno facendo di noi e delle nostre indiscutibili radici culturali, non è più possibile. L’immagine che i principali media danno del nostro popolo è veramente sconvolgente.

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La Spina nel Fianco

 

Ode al fido Grunf

Aprile 1967, esce nelle edicole italiane il numero 93 del fumetto “nero” creato da Magnus e Bunker, “Kriminal”, dal titolo "Festa happening". Il fumetto nero italiano fu un genere di fumetto che esordì’ nel 1962 con il personaggio di Diabolik, seguito da Kriminal, Satanik ed altre decine di epigoni. Propose un ribaltamento della morale corrente, i protagonisti non erano gli eroi buoni de "Il Vittorioso" né gli eroi del fumetto statunitense, bensì ladri, e spietati assassini, che fecero gridare allo scandalo, Chiesa, media, Democrazia Cristiana e in parte anche l’intellighenzia di sinistra, tant’è che il fenomeno attirò l'attenzione del potere giudiziario che temeva la carica eversiva di questo genere di pubblicazioni. Furono anni di censure, sequestri, roghi, ed arresti e gli autori, furono costretti ad ammorbidire toni e trame per evitare il carcere, facendo perdere al fumetto la propria carica innovativa.

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