Che cos'è il Fascismo?

Nel lontano 1963 l’editore Giovanni Volpe pubblica “qu’est-ce que le fascisme?” di maurice Bardèche. L’autore fu amico e cognato di Robert Brasillach, fin dal tempo del collegio Luigi XIV e avendone sposato la sorella Suzanne il 12 luglio 1934. Con lui percorse “le strade brulle e rosse” di Spagna, scrisse opere importanti come storia del cinema, ne preservò la memoria ed oggi gli è sepolto accanto nel piccolo cimitero di Charonne. Un’esistenza spesa bene. E fra i suoi scritti ricordo Fascismo ’70 (edizioni Il Borghese) con sottotitolo Sparta e i sudisti. Di recente, poi, l’antologia souvenirs, regalo gradito dall’amico Rodolfo, fortunosa scoperta su delle bancherelle.                       

Chi avrebbe potuto allora pensare il libro di Bardèche come una sorta di premessa – e promessa – di guerra in cielo, tra chi di noi volle percorrere sentieri altri e distanti dalla stagnante rassegnazione, intrisa di nostalgia e rancore, del postfascismo e chi, ostinato e impotente, a vario titolo e diverso spessore, proteggeva quella esperienza di fuoco e acciaio ritenendola esclusivo patrimonio della storia europea. E ognuno di noi portandosi dietro il rischio di entrare in terreni mefitici e ostili o finire per difendere bandiere non sue... (ogni rivolta ovunque avvenisse si rese “romanticismo fascista” e con la tentazione di bruciare i simboli odiosi stelle e strisce – io appartengo, lo confesso, a questa categoria – mentre l’anticomunismo becero e stolido rese prigionieri coloro che si scelsero la cravatta intonata alla camicia).                                                           

Un clima da deserto circondava – ricordate l’aforisma di Nietzsche sul deserto che cresce e guai a colui che lo penetra in sé – il nostro mondo (come pesa definirlo tuttora “nostro”!). Ogni oasi rappresentava fonte, salvezza, il mettersi di nuovo in marcia, l’ombra e l’acqua. Così il libro di Bardèche, anche se – va riconosciuto e dato merito – le tappe della nostra “emancipazione” dalla destra borghese vile e asfittica furono più complesse ed articolate.

Un orizzonte una scelta – “la mia patria è là dove si combatte per le mie idee” – capaci di cogliere sì le differenze ma, altresì, lo scenario ove combattere il medesimo nemico. Un tipo umano un sentire uno stile... Dopo oltre mezzo secolo ricordarci la lettura di che cos’è il fascismo? È un atto di rispetto verso quelle lontane radici e di amore verso noi stessi. Senza rimorsi rimpianti rancori.                                                                                                                                          


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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