Perché Sanremo è Sanremo

1971 nei Jukebox passa un brano originale, come solo i brani del post Beat sapevano esserlo: “La realtà non esiste”. L'autore un giovane cantautore milanese, alla ricerca di un proprio stile musicale, e di una più complessa ricerca spirituale, Claudio Rocchi. Rocchi nel 1969 entra come bassista negli Stormy Six, il gruppo viene notato da Alberto Salerno produttore per casa discografica Ariston, che produrrà il loro primo  Lp.: "Le idee di oggi per la musica di domani."

 Teatro Ariston 2019, Mahmood vince la sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo con il brano: "Soldi". Alessandro Mahmoud nasce a Milano, nel quartiere periferico del Gratosoglio, nel 1992 da madre sarda e padre egiziano. La sinistra mondialista e radical chic lo erige a incolpevole paladino delle politiche migratorie, immigrato-integrato, che strizza l'occhio ai gay (per un’intervista a gay.it in cui sembrava fare coming out.) e lo oppone a quel mostro di Salvini, attaccato e provocato per tutte le serate del festival dell'Unità di Sanremo. Di certo, il trionfo del cantante Italo-Egiziano suggella quest'edizione del Festival, l'atto finale è una vittoria giunta col voto della giuria degli "esperti" nella cui compagine sedevano nomi come Serena Dandini e Beppe Severgnini, figure che non fanno sicuramente mistero del loro credo politico.

 Al televoto finale Mahmood, ha ottenuto il 14,1%, contro il 39,4% de: Il Volo, e il 46,5% di Ultimo. Il Ministro dell'Interno in un Tweet ammette che avrebbe preferito la vittoria di Ultimo. Giorgia Meloni scrive su twitter i complimenti ad Alessandro Mahmood ma osserva: «mi chiedo che senso abbia far votare il pubblico se poi la giuria dei soliti noti decide di testa sua. Sempre da FdI, la deputata Augusta Montaruli definisce «discutibile» il metodo del televoto. «Totalmente ribaltato dalla giuria di esperti, ancora una volta la volontà popolare passa in secondo piano». Il vicepremier Luigi Di Maio, affermando la sua preferenza per Cristicchi, punge: «non ha vinto quello che voleva la maggioranza dei votanti, ma quello che voleva la minoranza della giuria… e qual è la novità?". Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia, arriva a dire: «se il televoto non conta niente, perché la Rai lo fa pagare... Il Sindaco di Milano Beppe Sala, manda un tweet a Mahmood: «con te ha vinto Gratosoglio, Milano e l'Italia. Ti aspetto a Palazzo Marino per congratularmi di persona».

 Ma qualcuno ha ascoltato il Testo, seppur schematico come tutti i testi del genere Trap, non parla di integrazione, anzi, parla di una integrazione andata male, un padre che lo ha abbandonato da adolescente insieme a sua madre, e che si fa vivo solo per chiedere soldi: “te la prenderai per un bugiardo/ti sembrava amore era altro/beve champagne sotto Ramadan/alla TV danno Jackie Chan/fuma narghilè mi chiede come va/mi chiede come va come va come va/sai già come va come va come va/penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai..”

 Nonostante le origini paterne, Mahmood non parla arabo, parla fluentemente il Sardo oroseino, in quanto, per via delle origini materne, è molto legato alla cultura della Sardegna. Considera l'isola la sua seconda casa e fonte di ispirazione per la composizione dei brani, più Tazenda meno Kaled. Nel 2016 Mahmood, appoggiò la candidatura di Daniel Camardo capogruppo di Forza Italia nel Consiglio del Municipio 5 di Milano. Come vincitore del Festival di Sanremo Mahamood andrà a rappresentare l'Italia alla 64ª edizione dell'Eurofestival (Eurovision Song Contest) festival musicale internazionale nato nel 1956, a Lugano in Svizzera, e organizzato annualmente dai membri dell'UER (Unione europea di radiodiffusione). Quest'anno si terrà presso l'Expo di Tel Aviv in Israele. Il 26 settembre 2018 è stato annunciato che partner ufficiale dell'evento sarà il social network MyHeritage, che si occupa di ricerche genealogiche.

 Il cortocircuito è palese, la politica dell’integrazione, fa vincere un ragazzo sardo/milanese che vota Forza Italia, con un testo che descrive un cattivo mussulmano, e per premio lo manda nell' unico paese dove l’integrazione è di fatto da sempre negata. Se quelli di MyHeritage lavorano sodo, forse troveranno il retaggio di Mahmood, gli "Sherdana" il potente popolo guerriero assunti come guardia personale da Ramses II, e che ebbero in pagamento dei loro servigi immense proprietà in Palestina. Chissà se quelle di Mahmood, saranno "Le idee di oggi per la musica di domani." o se in fondo non avesse ragione Edoardo Bennato, "Sono solo Canzonette”.


Editoriale

 

I diritti civili

di Adriano Tilgher

Si fa un gran parlare, in questi tempi, di diritti civili e la mia sensazione è che pochi fra quelli che ne parlano sappiano esattamente cosa siano questi diritti civili, che sul piano della sinistra hanno letteralmente soppiantato i diritti sociali che sono scomparsi dal dibattito politico, nonostante siano totalmente sotto attacco. Guardo raramente e con difficoltà i dibattiti televisivi perché sento solamente banalità per lo più insulse, prive di riscontri reali e soprattutto completamente estranei alla realtà e alla gravità dei problemi che stiamo affrontando come Italiani.

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La Spina nel Fianco

 

Professor Odal

5 marzo 1965, muore al Cairo, Omar Amin, militare, politico, filosofo ed esoterista tedesco naturalizzato egiziano, amico di Renè Guenon e di Savriti Devi. Omar Amin, nasce in Germania a Karbow-Vietlübbe, un piccolo comune del Meclemburgo-Pomerania, il 25 gennaio 1902, con il nome di Johann Jakob von Leers. Studiò nelle università di Kiel, Berlino e Rostock, laureandosi in giurisprudenza. Si dedicò soprattutto a studi storici e linguistici, come la slavistica. Divenne un poliglotta, imparò italiano, russo polacco, ungherese arabo e giapponese; scriveva correntemente in latino, ma anche nello yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa. Ernst Jünger (1895-1998) lo definì “un genio linguistico”. Nel mondo intellettuale tedesco von Leers era noto con l'appellativo, "professor", il professore,  anche in virtù della cattedra universitaria presso l'università di Jena.

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