Diamoci da fare

Il tempo stringe diamoci da fare!

La situazione diventa sempre più critica, sempre più difficile; bisogna capire esattamente quello che sta accadendo per allentare il tremendo laccio che stanno stringendo attorno al  nostro collo.

In altra parte de Il Pensiero Forte di questa settimana, il nostro ottimo Pecchioli scrive e ci spiega cosa stanno facendo la biopolitica ed il biopotere: meccanismi perversi anti umani che operano attraverso il condizionamento e la suggestione.

Siamo ancora nelle condizioni di poterli fermare ed anche capovolgere la situazione, occorre, però, capire quali siano i cambiamenti in atto.

Dal giorno del convegno di Montecatini si stanno affinando le analisi e gli strumenti che possano consentire una nuova sintesi per identificare il fronte e le cose da fare subito.

All’adesione irrazionale, più emotiva che altro, degli Italiani allo schema antisistema bisogna sostituire la consapevolezza e fornire le risposte concretamente possibili; disegnare un progetto politico che possa coinvolgere tutti in una nuova prospettazione dottrinaria prima ancora che ideologica.

Le ideologie del passato, ormai superate dalla radicale trasformazione della società, non possono più rappresentare un elemento di separazione. Certo dobbiamo sempre fare i conti, soprattutto noi Italiani, con la nostra storia recente per capire esattamente cosa voglia dire sovranità e ricostruire un’identità, ormai seriamente compromessa da episodi storici da rivisitare e ripensare.

Non possiamo, però, per questo rinunciare alla grande occasione di mettere nuovamente insieme le forze vive e le idee più brillanti di questo millennio nella disperata ricerca di una società a dimensione umana e quindi di uomini capaci di trovare dentro di sé le ragioni profonde dell’esistenza, della soddisfazione nella ricerca e non nell’effimero benessere materiale basato sulla ricchezza, sul possesso e sul fuori di sé.

Allora dobbiamo darci da fare per individuare i fili che ci uniscono, creare il nuovo fronte e trovarci uno affianco all’altro nella stessa trincea per lottare contro i servitori della  piovra liberista, per poi costruire con il nostro progetto la società del futuro.

Compito ambizioso, molto difficile ma ancora possibile. Il primo passo è metterci insieme.

Attenzione a non cadere negli equivoci. Qua non si tratta di mettere insieme i partitini dell’estrema destra o dell’estrema sinistra o dell’estremo centro. Si deve identificare, capire e condividere la barricata nella quale riconoscersi pur tra le tante differenze che ci sono e devono esserci.

Ne va della nostra libertà.

Il discrimine è e resta se si vuole essere liberi o schiavi, cercando di capire qual è la nuova schiavitù che ci stanno costruendo. Sventare le minacce ed affrontare i rischi che abbiamo davanti con coraggio purché con un popolo coeso, unito e solidale; avendo come motto finale “meglio morire con dignità che vivere da schiavi”.

 


Editoriale

 

L'Italia ha bisogno di te

Di Adriano Tilgher

Veramente ci vorrebbe una chiamata alle armi per salvare l’Italia e per rimettere in campo le enormi capacità di cui dispone come popolo e le qualità notevoli che ci hanno fatti grandi nei secoli. Rimanere inermi osservatori dello scempio, che stanno facendo di noi e delle nostre indiscutibili radici culturali, non è più possibile. L’immagine che i principali media danno del nostro popolo è veramente sconvolgente.

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La Spina nel Fianco

 

Ode al fido Grunf

Aprile 1967, esce nelle edicole italiane il numero 93 del fumetto “nero” creato da Magnus e Bunker, “Kriminal”, dal titolo "Festa happening". Il fumetto nero italiano fu un genere di fumetto che esordì’ nel 1962 con il personaggio di Diabolik, seguito da Kriminal, Satanik ed altre decine di epigoni. Propose un ribaltamento della morale corrente, i protagonisti non erano gli eroi buoni de "Il Vittorioso" né gli eroi del fumetto statunitense, bensì ladri, e spietati assassini, che fecero gridare allo scandalo, Chiesa, media, Democrazia Cristiana e in parte anche l’intellighenzia di sinistra, tant’è che il fenomeno attirò l'attenzione del potere giudiziario che temeva la carica eversiva di questo genere di pubblicazioni. Furono anni di censure, sequestri, roghi, ed arresti e gli autori, furono costretti ad ammorbidire toni e trame per evitare il carcere, facendo perdere al fumetto la propria carica innovativa.

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