Scuola di Pensiero Forte [40]: alla fine di questo primo anno di scuola

Abbiamo percorso una Scuola lunga 40 lezioni. Forse chiamarci “Scuola”, come dicemmo all’inizio, è stato un po’ pretenzioso, ma senza dubbio ce l’abbiamo messa tutta.

La vera cartina torna sole, il vero riscontro, il banco di prova siete voi nostri lettori.

Abbiamo investito tanto tempo, risorse, decine di letture, libri, giornali, approfondimenti, studi pregressi e contemporanei, cercando di dare forma ad un paradigma formativo, tanto antico quanto nuovo, costruito con scrupolosa ricerca dei migliori “pensieri forti” della storia.

Non è certo facile, lo sappiamo. Ci troviamo in un mondo che è sommerso dalla putrida marea del pensiero debole, causa di innumerevoli mali per tutta la società ed il pianeta, dove è difficile intravedere la riva di un’isola di speranza, quasi che la tempesta si diverta a distruggere ogni positiva opportunità.

In ogni ambito della società predomina un esasperante egoismo, che esalta l’individualità narcisistica come metro di giudizio del vivere sociale, quando di sociale in realtà non vi è niente, perché è promossa e instaurata una battaglia spietata all’ultimo sangue, a colpi di manipolazione sociale, esasperazione economico-finanziaria, tecno-dominio delle masse, inebetimento delle coscienze ad ogni età.

Una vita, in poche parole, infelice, dove il sistema vende la mela avvelenata della strega a Biancaneve, la quale, ammaliata dal luccichio del pomo, cede alla tentazione e sprofonda nel sonno della ragione.

In mezzo a tanto male, alla devastazione del nostro vivere quotidiano, dove le cose paiono andare sempre peggio attorno a noi, ecco che la Scuola di Pensiero Forte è nata nel tentativo di risvegliare le coscienze, infondere coraggio, motivare ad un impegno autentico per la battaglia.

La nostra speranza al termine di questo primo ciclo di studi è quella di avervi lasciato qualcosa di buono ed utile: buono, perché è il vostro Bene più vero e ultimo che ci è sempre stato a cuore; utile, perché queste non rimangano semplici parole, ma possano diventare ben presto il cambiamento del modo di pensare e di vivere che porterà, ci auguriamo, ala trasformazione della società.

Insieme possiamo farcela. Come voi avete creduto in noi, seguendoci in queste settimane, così ora noi contiamo su di voi.

Ci rivediamo a febbraio per continuare la nostra avventura. 


Editoriale

 

Ricostruire l'unità nazionale

di Adriano Tilgher

Siamo alle solite. In Italia siamo troppo occupati ad affrontare temi marginali o impostici da altre nazioni per renderci conto della grave situazione in cui versa la nostra nazione. Purtroppo tutto questo accade perché a nessuno dei cosiddetti politici, né alle istituzioni interessa nulla dell’Italia; basti pensare alla scomparsa in tutte le scuole di ogni ordine e grado della storia, della grande cultura classica ed umanistica, base e fondamento sia del nostro percorso unitario che della nostra profonda identità.

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La Spina nel Fianco

 

L'ethos del cameratismo

1944 il poeta, soldato, (e bisessuale) Robert Graves, (24 July 1895 – 7 December 1985) dà alle stampe il suo romanzo più famoso, "Il vello d'oro”, che parla fra altre cose, della guerra dei sessi nella mitologia Greca (successivamente ereditata dai Romani). Graves dipinge il "litigio" fra Zeus ed Era, più che come una satira sui problemi domestici delle famiglie greche, come un conflitto fra sistemi sociali inconciliabili. Nel descrivere il panteon greco l'autore narra dello scontro fra le divinità femminili dei popoli mediterranei guidate da Madre Gea e gli dei del pantheon maschile, guidati da Zeus arrivati dal nord con gli invasori achei, che si sono fatti largo a spallate nella Grecia arcaica e matriarcale. Ad Olimpia cittadina del Peloponneso occidentale, che ha dato nome alle "Olimpiadi" dove sorgeva il tempio di Gea, più venerato di tutta la Grecia, un paio di millenni prima dell’era dell’Uomo, pare si sia tenuta una sorta di sacro G20, un super vertice religioso con lo scopo di raggiungere una pacificazione. Da un lato, le diverse manifestazioni della triplice Dea, con i loro riti della fertilità, e un certo gusto per i sacrifici umani, dall’altro gli dei guerrieri venuti dal nord, che erano usi tenere le donne alla catena, in cielo come in terra. Ma sarà una pace fittizia, la guerra metafisica, non finirà mai, e giunge fino a noi alimentata dal tentativo del nuovo ordine mondiale di uniformare, e quindi annullare ogni diversità di genere.

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